Introduzione

“L’Humile Servo in Cristo Fra’ Antonio da Brandeglio, dell’Ordine dei Penitenti del Padre Serafico San Francesco”, che del Convento del Borgo fu guardiano nel 1699, ci fa sapere che “In questa Nobile e Terra Signorile del Borgo a Mozzano, che tra le principali si annovera della Diocesi e Stato della Eccellentissima Repubblica di Lucca (che Dio conservi con Libertà perpetua)” i Frati Minori vennero nel 1514 e nel 1523 “un Convento formale…più adatto e salubre…con le doute facoltà fabbricorno sul colle nell’ luogo detto alle Polle ò Pollacchie, e con tre anni lo renderno compito non senza stupore, considerata la loro mendicità…”.

Il convento di San Francesco, a Borgo a Mozzano, è un edificio imponente e significativo che sorge su una piccola altura che domina la parte sud dell’abitato, sotto “Macea” e “Bandiera”.

Dal 1981 esso è nella disponibilità della Fraternita di Misericordia, che l’ha ottenuto, prima in comodato e poi in proprietà, dalla Provincia Toscana dei Frati Minori, realizzando in esso il Centro Accoglienza Anziani: una significativa opera assistenziale, gestita direttamente dalla Misericordia, che ha iniziato l’attività con la data del 1 febbraio 1983. Da quel momento il convento, che per secoli era stato un importante centro di vita religiosa, appartenuto ai Minori Osservanti e poi ai Riformati, sicuramente poco fruito e conosciuto dalla gente comune, che aveva accesso solo alla Chiesa per le funzioni religiose, è stato “aperto” alla comunità, di cui la Misericordia, con le sue tante ed apprezzate attività assistenziali, è parte attiva; una comunità che, in modo corale, ha sostenuto e sostiene l’opera che, tra quelle mura antiche, la Fraternita ha realizzato, per dare sollievo ed aiuto alle persone anziane e sole.

Di questo convento, che è realtà così significativa per Borgo a Mozzano e i paesi del circondario, è giusto che si possa conoscerne la storia, l’architettura, le opere d’arte che vi sono al suo interno, la missione caritatevole che ha rappresentato attraverso i secoli e, perfino, qualche curiosità.

Questo è lo scopo che voglio raggiungere con questo libro, presentato in una occasione importante: nell’anno in cui si festeggiano i trent’anni di funzionamento del Centro Anziani, realizzato dalla Misericordia dopo che i Francescani, nel 1981, decisero di lasciare questa terra.

La Fraternita di Misericordia di Borgo a Mozzano, anche attraverso le attività del Centro di Cultura e Spiritualità Francescana, cerca di conservare il patrimonio di Fede e cultura, rappresentato dal convento e, in linea con questi scopi, mi ha affidato il compito, assolutamente gradito, di raccogliere, in una pubblicazione specifica che fino ad oggi è mancata, tutto quanto era possibile conoscere del convento del Borgo e della presenza francescana nella nostra terra; di questo onore ringrazio di cuore il Governatore Agnese Garibaldi e tutto il Magistrato.

Al “Convento dei Frati”, come comunemente era conosciuto, ho legato tanta parte della mia vita: vi ho frequentato i tre anni della scuola media, vi ho fatto il chierichetto ed il lettore della Parola di Dio, nell’immediatezza dei grandi cambiamenti liturgici del Concilio Vaticano II, sempre vicino a Padre Bernardino Michelucci, l’ultimo guardiano di uno dei tanti conventi che la Provincia Toscana dei Frati Minori possedeva nei posti più belli di questa nostra regione. Stando vicino a Padre Bernardino, che era arrivato a Borgo a Mozzano il 3 settembre del 1956, ho potuto condividere con lui l’idea di utilizzare per il bene della comunità il grande complesso conventuale che, oltre 450 anni orsono, la gente del Borgo aveva fortemente voluto, impegnandosi a donare i terreni necessari e faticando assai nella realizzazione, con le braccia e con le elemosine.

Essere stato, alla fine degli anni ’70, il Governatore di una Misericordia che cresceva nelle potenzialità e nelle sfide, ha reso sicuramente più facile il mio compito, camminando insieme a tanti validissimi collaboratori che hanno condiviso il sogno, l’impegno e le difficoltà. Con loro ho potuto superare le fasi, delicate e riservate, che portarono alla consegna dell’immobile alla Fraternita di Misericordia, quelle esaltanti della ristrutturazione e del recupero alla nuova destinazione di struttura per gli anziani e, infine, ho potuto esserne, dal 1983 al 1995, il responsabile operativo della gestione, aiutato, in questo compito delicato che toglieva tempo e spazi alla famiglia ed al lavoro, da un volontario prezioso come Alessandro Brunini, detto “il rosso”, che aveva alle spalle una importante esperienza di lavoro nelle strutture sanitarie dell’Inps e che, dopo il pensionamento, era tornato a vivere a Piano della Rocca.

Ringrazio di nuovo la Misericordia per la bella opportunità offertami di curare questa pubblicazione, che mi auguro possa entrare in tante famiglie ed essere conosciuta dai tanti soci e volontari della nostra Fraternita, di cui in questo momento ricopro la carica di Vice Governatore.

Comporre questo libro è stata un’avventura affascinante e, per oltre un anno, le ricerche e lo scrivere hanno assorbito energie, giorno e notte. Ma piano piano sono riuscito ad entrare nella storia e nelle mura di questo convento. Mi è parso perfino di incontrare i frati che per secoli hanno camminato lentamente nel chiostro, cantato nel coro e pregato nella chiesa; e sono stati loro che mi hanno raccontato fatti e mostrato documenti. È stato un po’ come violarne i segreti, gelosamente custoditi per 490 anni, sbirciando con gli occhi e la fantasia dalla grande porta d’ingresso, fin dentro al chiostro silenzioso.

Questo libro vuole essere anche un contributo all’arricchimento delle conoscenze della storia locale ed uno stimolo a chi voglia e possa approfondire l’argomento, non pensando, certamente, che quanto riportato e scritto, possa aver esaurito le conoscenze dell’argomento.

Spero che questa pubblicazione sia conosciuta, letta ed apprezzata dai giovani che, in una fase storica assai complessa e difficile, non possono e non devono recidere le proprie radici ed il legame con la propria terra.

Ho cercato di riferire tutte le notizie e le informazioni riguardanti il convento, riportate da libri e documenti letti e consultati, che citerò ogni volta possibile; ma anche quelle “inedite” che ho potuto conoscere negli oltre quarant’anni di frequentazione di questo grande scrigno di storia, di cultura e di fede, che rappresenta, come spesso mi è capitato di affermare, un grande patrimonio della comunità.

G.B.

San Francesco, incisione del 1841