I conti del convento: dal 1910 al 1927

Il casuale ritrovamento, tra vecchi messali, di un libro di cassa, dove sono riportate le entrate e le uscite del convento negli anni che vanno dal 1910 al 1927, ci permette di scorrere le tante voci e di capire meglio come la comunità di frati e laici.

Il libro di cassa è ben conservato, le scritture sono ben leggibili, grazie alla “bella calligrafia” che un tempo era materia di insegnamento a scuola. A fine di ogni mese, dopo il totale delle entrate i frati firmavano il resoconto scrivendo “così è”, apponendo poi, di seguito, il proprio nome.

Alla fine del primo mese, luglio 1910, le firme sono quelle di Antonino Micheli, Pacifico Bigongiari, Giovanni Giacchi, Francesco Pellegrini, Pierbattista Marchi, Serafino Bigongiari e, per ultimo, Fra Giacomo Cecchini guardiano.

Nella pagina delle entrate sono indicati gli onorari ricevuti dal Monastero delle Teresiane del Borgo (per quattro mesi £ 64,00) e quello delle Dorotee, che erano in piazza Garibaldi, di £. 10,00.

Altre entrate riguardano i servizi religiosi (celebrazioni di Messe o predicazioni) nelle varie parrocchie che, per il mese di luglio sono stati fatti a S. Rocco, Anchiano, Chifenti, Borgo (S. Iacopo), Ponte a Serraglio, Cune, Domazzano, Piaggione, Fondagno e Cerreto. C’è anche una entrata di £. 210,00 per la predicazione che Padre Francesco Pellegrini ha fatto a Bari, nel precedente mese di giugno. Si indica anche un servizio a Nocchi di Camaiore e una predicazione di Padre Francesco a Porcari.

C’è poi una entrata di £. 48,10 per 28 Messe celebrate per diverse persone e in diversi luoghi.

Il totale delle entrate del mese di luglio ammonta a £. 1.542,70, ricomprendendo anche la vendita di due vitelli per £. 585,00.

Le spese dello stesso mese ammontano a £. 886,59, a cui viene aggiunto il debito (sbilancio) del mese precedente e così il totale della colonna “spesa” ammonta a £. 1.066,72. Resta pertanto in cassa l’avanzo di £. 475,98.

Tra le spese possiamo ricordare: l’acquisto di un vitello (£. 208), l’imbiancatura del loggiato della chiesa (£. 50), l’acquisto di latte (£. 4,90), il salario ai due garzoni del convento (Conforti e Paolino) per £. 24, i libri acquistati per Padre Francesco (£. 3), il consumo di luce elettrica di giugno (£. 11,23), i rimborsi dei vari viaggi di frati e chierici, la “comodatura” di abiti e calze per £. 4,80, la stiratura della roba di chiesa per £. 1,50, l’acquisto di 3 paia di sandali per i padri Serafino, Giovanni e per il padre guardiano, l’acquisto dei generi alimentari e di generi vari.

Gli acquisti vengono sempre fatti nelle botteghe borghigiane: al “bazar del Borgo” del Clerici, al macello del Pierotti, dal Lombardi la pasta, dal Palagi, alla farmacia. Tra le spese c’è sempre il tabacco e la spesa è rilevante £. 63,56 (per sigarette, sigari e tabacco da fiuto). Sono indicate anche le spese sostenute per gli Ospizi di Camigliano (al macello e alle botteghe £. 53,27) e di S. Gemignano (£. 7,31). Riportati anche i costi dei viaggi alle Stimmatine di Bagni di Lucca, dove i frati, oltre al servizio religioso, facevano anche il bagno.

Ho voluto dettagliare un mese tipo, visto che quasi tutti i mesi si assomigliano; scorrendo le altre pagine del registro segnalerò soltanto le voci più significative, particolari o curiose.

Nel mese di agosto, oltre alla annotazione nel libro dell’arrivo del nuovo guardiano, Padre Pierbattista Marchi, c’è l’entrata per un triduo predicato a Poggio di Garfagnana da Padre Francesco, che porta nelle casse £. 30, la vendita del grano raccolto con la questua per £. 5,30 e delle cipolle dell’orto.

Cartolina del chiostro
Cartolina del chiostro

Un foglietto volante, trovato dentro il registro, riepiloga le “messe di requiem da cantarsi pei Dinucci di Corsagna” che le dettagliano: per la zia Iacopa, per il nonno Frediano, per nonna Brigida, per lo zio Giovanni e per la zia Giuseppa.

Tra le spese di agosto: i francobolli e le cartoline (£. 8,60), la spigolatura per le galline, l’acquisto di 4 kg. di burro e, come sempre, il tabacco.

Nell’elenco dei negozi borghigiani dove si fanno acquisti c’è indicato questa volta anche il “bazar della montagna”.

L’entrata del mese di settembre vede una Messa a Butia e 5 Messe, di cui una cantata, per un anniversario di Bacciano (Giò Lotti), che porta £. 12.

Tra le spese, oltre ai consueti salari ai due garzoni, ci sono i sandali per tre frati e le scarpe per Padre Francesco, la risolatura di sandali, l’arrotatura di coltelli e rasoi, le “opre” per pulire la strada del convento, l’acquisto di pesce (£. 9,60), l’acquisto di legna grossa e fine, oltreché di semola e di avena per le bestie.

Ad ottobre 1910 entrano £. 100 per una novena fatta a Terrasini in Sicilia dal Padre Francesco Pellegrini.

Nella spesa del mese ci sono i liquori e i savoiardi per la festa di S. Francesco, i tributi comunali per £. 49,33 e, in questo mese, i frati non si fanno mancare nemmeno il baccalà S. Giovanni.

A novembre il Rettore di Capezzano “ordina” 30 Messe ai frati del convento e versa £. 37.

Siamo a fine dell’ anno 1910 e tra le spese di dicembre troviamo gli abbonamenti al giornale “Il Corriere d’Italia”, alla rivista “La Civiltà Cattolica” e al giornale cattolico lucchese “L’Esare”. Viene dato anche un contributo al giornale del Borgo, “Il Bargiglio”, difensore delle tesi dei cattolici, contro il laico “Il Risveglio”.

Si pagano, come ogni mese, i tributi comunali, il dazio per ammazzare il maiale, si dà la mancia di fine anno ai postini e si compra “rumme, archemens e savoiardi” per fare la crema durante le feste natalizie.

A gennaio 1911 Padre Francesco Pellegrini, grande predicatore, fa un triduo a Reggiolo (Reggio Emilia) e gli esercizi a S. Martino dall’Argine (Mantova), portando nelle casse del convento 115 lire.

Le “gite” dei frati per servizi sono fatte a Domazzano, Valdottavo, Bagni di Lucca - Villa, in Borgo, a S. Rocco, Anchiano, Cerreto, Cune (Romitorio di S. Bartolomeo), Catureglio, Piaggione.

Nella colonna della spesa si trovano: un’offerta di 2 lire alla Confraternita di Misericordia di Borgo a Mozzano, gli abbonamenti alla “Rivista delle Riviste” e al “Predicatore Cattolico”, la spesa di 4 lire per i “tortellini di Bologna” e per l’acquisto di droghe e budella per insaccare due maiali; si spendono anche £. 13 per acquistare un orologio a Padre Antonino Micheli.

Firmano il registro i Padri: Serafino Bigongiari, Pacifico Bigongiari, Giovanni Giacchi, Antonino Micheli e il guardiano Pierbattista Marchi. Assente dal convento Padre Francesco Pellegrini, in giro per l’Italia a predicare.

Nel maggio 1911 troviamo una spesa di £. 10 per due “opre” al pittore per lavare le pitture del chiostro; si compra anche flanella e fustagno da Ulisse Guaspari per £. 63,05.

Nel giugno si vendono due vitelle e si incassano £. 780, si prendono a dire anche 100 Messe “pel fu parroco di Ciciana” con un compenso di 150 lire.

Nelle spese del mese ci sono l’acquisto di camiciole e mutande per £. 39,50, il trasporto di un pianoforte da Livorno al Borgo e le spese di trasferimento di frati in altri conventi.

Parte per Viareggio anche Padre Pacifico Bigongiari alle cui “Memorie”, scritte durante la sua permanenza al convento del Borgo, abbiamo dedicato un capitolo di questo libro.

Con il 15 giugno 1911 cambia il guardiano, il nuovo è Padre Leopoldo Bertolani.

Cambia anche la scrittura del libro cassa e le descrizioni delle voci di entrata e spesa si fanno più riassuntive.

La pagina della spesa del mese di giugno porta le firme dei Padri Gregorio Olobardi e Romualdo Bertoli. Si paga il salario ad un solo garzone (12 lire) in luogo dei due dei mesi precedenti.

Con il mese successivo firma il registro della spesa anche Padre Nicomede Cardelli Vicario.

Con il dicembre 1911 si cita sul registro che l’amministrazione è del Padre Costantino Gonfiotti, nuovo guardiano.

Nel luglio 1912 c’è una entrata di 224 lire come “onorario delle Stimmatine” degli anni 1911 e 1912; pertanto i francescani del Borgo, in quegli anni, facevano servizio in tre conventi di suore: quello delle monache Teresiane in Borgo, vicino al ponte della Maddalena, quello delle Dorotee, che erano nel convento di piazza Garibaldi e quello delle suore Stimmatine al Bagno alla Villa.

Ad agosto del 1912 il vino dell’orto è finito e si acquista “2 q.li di vino bianco e vino nero”.

A settembre del ’12 c’è un nuovo guardiano, Padre Ottaviano Cecconi.

Nella spesa del dicembre qualche sfizio in più: fichi secchi, cognac, capponi, rhum, dolci.

La vita dei frati non è facile; costantemente le spesa mensile supera l’entrata.

A luglio 1914 dal libro di cassa risulta un nuovo guardiano, Padre Annibale Poi.

Ad agosto 1914 viene fatto il pavimento del refettorio in mattonelle di cemento e complessivamente, con le soglie, si spendono 350 lire.

A partire dall’ottobre 1914 le registrazioni di entrata e uscita vengono fatte in un’unica pagina ed in modo assai più spreciso.

Aprile 1915: i frati predicano a Diecimo, al Marginone, a Chiesina Uzzanese e a S. Pietro a Vico; complessivamente entrano per questi servizi £. 454. Nell’uscita, come ogni anno, si paga l’assicurazione contro gli incendi.

Giugno 1915: anche il convento concorre con 10 lire al Fondo per le famiglie dei richiamati alla guerra (il 24 maggio l’Italia è entrata in guerra contro l’Austria).

Con il mese di luglio 1915 arriva un nuovo guardiano: Padre Giovacchino Rugani; con lui firmano il libro cassa i frati Nicomede Cardelli e Silvestro Silvestri.

È il dicembre 1915 e si riscuotono 29 Messe festive celebrate in Borgo nei mesi da luglio a dicembre e 30 celebrate al Piaggione; si vende anche un agnello per £. 20 e, complessivamente, le entrate del mese assommano a £. 592,50.

L’uscita è di £. 678.70; ci sono comprese le spese dell’Ospizio di San Gemignano, la “pigione” dell’Ospizio di Segromigno (Camigliano) e un’offerta alla Misericordia del Borgo di £. 2,00.

Dal dicembre 1915 è guardiano Padre Filippo Mannoni.

Nei mesi, ma anche negli anni seguenti, non ci sono scritture particolari da evidenziare; l’attività dei frati, diminuiti nel numero, si è ridotta anche nei servizi alle parrocchie ed ai territori circostanti; si continuano quelli ai conventi delle suore del Borgo e di Bagni di Lucca.

Le uscite dei vari mesi si equivalgono; ci sono le spese per i generi alimentari, per le piccole manutenzioni, per qualche intervento dei muratori (la Ditta Mariani del Borgo) e poco altro. Periodicamente c’è la Visita del Ministro Generale ed il controllo, puntuale, di tutte le scritture contabili e la vidimazione dei registri.

Dal settembre 1919 cambia il guardiano del convento, il nuovo è Padre Samuele Domenici, come si evidenzia dalla firma in calce alle registrazioni contabili di quel mese, apposta insieme a quella dei Padri Costantino Gonfiotti e Bernardino Guerrini. A Padre Samuele è dedicato un capitolo del libro.

Nel mese di dicembre del ’19 c’è l’entrata di £. 751,20 per n. 147 Messe celebrate in convento e fuori (di cui 19 al Piaggione); c’è anche una significativa entrata di £. 2.095 dal “Commissariato Profughi”, ma non si sa a che titolo. È finito da poco il grande conflitto mondiale (1915/18), c’è il rientro e il reinserimento di tantissimi reduci e, forse, i frati sono coinvolti nell’assistenza di questi. Sempre in quel mese c’è una spesa significativa di £. 1.471,10 per restauri al convento (lavori di muratore, falegname e imbianchino), ma senza specifiche di quanto effettuato.

Nel febbraio del 1920 si acquista un suino di 70 kg. per l’uso del convento e si spendono £. 25 per macellazione e droghe dello stesso; si pagano £. 12 al Papini per “vettura a Buggiano”.

Gli acquisti dei generi alimentari vengono fatti sempre negli stessi negozi del Borgo: Lombardi e Giorgi per gli alimentari, Fazzi per la pasta, Marchesini e Pierotti (che in qualche occasione è chiamato “Peruda”) per la carne, da Iacopa a S. Rocco ci si prende la farina e l’onesco; nel maggio 1925 si paga a “Boffi” (il nonno di Nicla Guidotti) l’olio preso a febbraio; vari materiali di manutenzione si acquistano da Gigi il Bresciano; per le mercerie c’è sempre il Palagi Francesco.

La Barca per Anchiano
La Barca per Anchiano

Con il maggio 1920 cambia, ancora una volta, il guardiano ed il nuovo è Padre Costantino Ghiselli, che firma il libro cassa insieme ai Padri Costantino Gonfiotti e Bernardino Guerrini. A giugno c’è la festa di S. Antonio ed il pranzo con gli ospiti; così la spesa del mese comprende anche 4 scatole di salmone, il marsala, il rosolio di mandorle e perfino le “ciliegie in guazzo”.

Nell’agosto del 1920 si dà un contributo alla Parrocchia di S. Rocco per la fiera di beneficenza e si paga la barca per traversare il fiume da Borgo ad Anchiano (£. 0,60).

Nell’ottobre del 1920 si ritira dalla Cassa di Risparmio un libretto con £. 500,00, che viene definito “fondo segreto del convento”.

Il Padre Samuele deve avere dei problemi di salute e per lui, a partire dall’ottobre 1920, periodicamente, si acquista l’acqua “di Montecatini”.

A partire dal gennaio 1921 il nuovo guardiano è Padre Leonardo Malfatti.

Il 2 agosto 1921 c’è “in S. Visita” il Ministro Provinciale Padre Lorenzo Giraldi.

Anche nell’estate 1921 si paga il passaggio del fiume in barca verso Anchiano e, nel luglio, si offre un contributo di £. 10,00 per l’erigendo monumento ai caduti del capoluogo (opera dello scultore Ubaldo del Guerra).

Fa particolarmente caldo in quel mese e così si acquista anche “birra e gazzosa” (£. 18,20) e, perfino, un cocomero (£. 3,20).

Come sempre c’è la spesa per l’acquisto di tabacco da fumo e da fiuto.

Nel settembre 1921 c’è un decesso al convento, come si evince dalla somma data al “becchino del cimitero” e al campanaro, oltreché dalla spesa di 59 lire per una “cassa e croce da morto”. A fine mese si salda la Farmacia Amaducci “per medicine” con una spesa di £. 90,00, più alta assai rispetto ai mesi precedenti; evidentemente non sono servite ad evitare il decesso.

Periodicamente si portano alle monache Teresiane i camici, le cotte e le tovaglie da stirare e, sempre dalle monache, si acquistano le ostie per il convento.

Nel mese di novembre 1921 c’è una entrata di 21,00 lire, ricevute da Padre Evaristo come compenso per la scuola.

Nello stesso mese si chiama il medico dottor Cerri per un garzone ammalato e l’onorario è di 25 lire.

Da questo mese, oltre che nei negozi del Borgo si comincia a far la spesa anche alla Cooperativa del Piaggione dove, evidentemente, si risparmia qualcosa.

Nel mese di gennaio 1922 si rimuove dall’Altar Maggiore la statua di San Francesco, realizzata all’inizio del XVIII secolo, insieme all’altare in marmo. Il lavoro è eseguito dalla Ditta Mariani che, in quel mese, ripara anche il muro di cinta del campo di S. Elisabetta.

Il 21 giugno 1922 c’è la visita pastorale; il Padre Filippo Scarpa scrive in latino: “Vidimus et approbavimus. Burgi ad Mutianum, die 21 Iunii 1922”. Nel giugno del 1922 la festa di S. Antonio è celebrata con solennità e si fa la processione per le vie del Borgo, infatti c’è la spesa per “Banda e Musica” per £. 150,00.

A ottobre 1922, dopo aver tolto la statua del Santo Patriarca si provvede all’acquisto del “nuovo Crocifisso dell’Altare Maggiore”, in gesso, che arriva da Lucca, la spesa è di 378,00 lire; ad un falegname del Borgo si commissiona la “fattura della Croce dell’Altare” con una spesa di £. 130,00.

Il dicembre del 1922 vede una entrata di £. 2.019 ed una uscita di £. 1.880,65. L’entrata è rappresentata, soprattutto, da 103 Messe celebrate in convento e 21 celebrate fuori, da 10 Messe dette ai Bagni di Lucca “nella cappella del Principe”, dalla questua in paese per la festa dell’Immacolata e dalla predicazione che il guardiano (Fr. Leonardo Malfatti) fa a Ponte a Egola e a S. Romano di Pisa (ricavato £. 360,00).

Nel 1923, a gennaio, c’è una nuova tassa da pagare, quella sul vino raccolto nell’ottobre precedente (£. 163,70) e nel febbraio 1923 si sottoscrive un “prestito tedesco di Mark 50,00”, che si paga £. 46,25 (a quel tempo non c’era lo spread… ).

Nel marzo c’è una entrata di £. 100,00 come “elemosina al Convento Conti Bargagli” e una entrata rilevante per “onorario della Quaresima del Padre Guardiano ad Asciano” (£. 1.201).

Nel mese si comprano le “calocchie” per l’orto in numero di 235 e le canne.

Nell’aprile 1923 si fanno “ripulire e inverniciare” le porte della Chiesa.

Anche nel mese di maggio il guardiano, Padre Malfatti, va a predicare a La Spezia e porta un onorario di £. 780,00.

Il 15 giugno ’23 c’è una “Santa Visita” del Ministro Provinciale Padre Giuseppe Calamandrei.

In quel mese si vende il fieno dell’orto a Roberto Tomei di Rapaio ricavando £. 180,00.

Per la festa di S. Antonio si raccolgono 773,00 lire con la questua in paese, le offerte in Chiesa, le candele e una buona cifra per le dediche (i sonetti) che sono fatte da 27 persone. Le spese per la festa ammontano a £. 936,00, per il predicatore, i fuochi, la banda, i manifesti, le copie degli inni, per tre frati venuti in aiuto e per la stampa dei sonetti.

Ad agosto 1923 diventa guardiano Padre Evaristo Falorni, già presente da tempo al convento, al quale è dedicato un capitolo di questo libro.

I frati, da molti anni ormai, vanno settimanalmente al Piaggione, il nuovo paese si è sviluppato attorno al Cotonificio Croce, che ha costruito le case per gli operai e perfino la Chiesa.

Abbiamo visto anche dalle Memorie di Padre Pacifico Bigongiari che questo servizio veniva svolto già negli anni dal 1904 al 1911, prima dell’arrivo del Parroco Don Vittorio Mariani, che era di Valdottavo. Ma anche durante questo periodo i frati vanno spesso a celebrar Messe al Piaggione; sembra che Don Mariani si fosse ritirato a casa sua, forse per motivi di salute.

Scorrendo il registro di cassa, ogni mese, c’è l’entrata per il servizio religioso in quel paese che, dal mese di ottobre 1933, verrà addirittura registrato con la dicitura: “dalla Ditta Croce del Piaggione come stipendio del mese”. La comodità del treno, come già detto in altra parte, facilita molto i frati, che approfittano anche per fare acquisti alla “cooperativa di consumo fra gli operai” che esiste al Piaggione, dove risparmiano rispetto alle botteghe del Borgo.

A maggio del ’24 si acquista l’olio a Mastiano e il vino ad Aquilea, si compra la rete per il pollaio da “Gigi Bresciano” e si paga, come ogni mese, il salario a Giovannino, l’unico garzone rimasto al convento.

A giugno si “rimbianca” parte della facciata del convento.

Cartolina del chiostro
Cartolina del chiostro

A marzo 1925 viene acquistata la statua del Sacro Cuore, tuttora visibile nella chiesa; arriva da Milano e costa 100,00 lire; per il trasporto si spendono £. 94,40.a

A giugno 1925 si acquistano 200 pali per la vigna.

Il 14 luglio 1925 nuova “Visitatione” e controllo del libro di cassa; i frati residenti sono: Samuele Domenici, Ranieri Chiellini, Raffaello Paoli, oltre al guardiano Evaristo Falorni.

Quasi ogni mese si risuolano scarpe e sandali dei frati che, evidentemente, camminano molto a piedi. Il calzolaio borghigiano si chiama Mariani.

Anche nell’estate del 1925 funziona la barca per passare il fiume e andare ad Anchiano.

Ad agosto si ricevono offerte per 85 Messe in convento e per 43 celebrate fuori. Si fanno servizi religiosi a Corsagna, a Gioviano, a Piano Rocca e un matrimonio alla Cune.

A novembre del 1925 si compra il vino dal Maggenti di Rapaio, kg. 205 a £. 130.

A dicembre 1925 c’è l’ entrata per l’affitto di un appartamento del convento a Romualdo Tomei; è la prima volta che una parte dell’edificio viene data in locazione.

Arriva anche un armonium, a proposito del quale è registrato solo la spesa di trasporto.

A marzo del 1926 ci sono entrate per la benedizione delle case a S. Rocco, a S. Iacopo e a Diecimo.

Ad aprile Padre Guido Gherardi va a predicare a Genova e porta 300,00 lire nelle casse del convento.

Per la festa di S. Antonio del ’26 si ordina anche il dolce, si spendono 17,00 lire e nel mese di luglio si acquistano, per la prima, volta i caches in farmacia.

A settembre del 1926 si partecipa con un contributo di £. 150,00 alla sottoscrizione per le feste centenarie di S. Francesco.

Nel mese di ottobre si incassano £. 13,00 per vendita di pomodori a delle “corsagnine” e arriva anche un discreto contributo dalle predicazioni e dalle applicazioni di Padre Gherardi (£. 1.115).

Il riscaldamento durante i mesi invernali era di sicuro un grosso problema e i frati acquistano diversi quantitativi di legna da ardere; a ottobre 1926 due barrocci vengono presi ad Anchiano e un carico anche a Gioviano.

È il mese di dicembre 1926: nell’entrata 109 Messe celebrate in convento e 30 fuori.

Gite con offerte a Gioviano, Piano della Rocca, predicazioni del Padre Rocco Picchi a Cune, Motrone e S. Pietro a Vico, Novena e festa di Natale a Piano della Rocca, Natale in Propositura e il consueto stipendio dal Cotonificio del Piaggione, portano nelle casse del convento £. 3.181,35.

Di contro nell’uscita: le tasse per terreni, fabbricati e tributi comunali per £. 165,50, il dentista per Padre Samuele, la cura della sciatica per Padre Rocco, i conti mensili nei vari negozi per le derrate alimentari, un orologio per il guardiano, un acconto per i lavori allo stagnino Antonio Piria; in totale £. 3.126,25.

Firmano la regolarità delle registrazioni i Padri: Samuele Domenici, Guido Gherardi, Rocco Picchi, Umile Grandetti e il guardiano Evaristo Falorni.

A gennaio 1927 si compra una vacca; si paga l’abbonamento a “Unità Cattolica” di Firenze, alla “Voce di S. Antonio”, a “Missioni Francescane”, a “Idea Popolare”.

A marzo si pagano lavori al muratore per l’Ospizio di S. Gemignano e si spendono £. 26,50 per fare “i tordelli di carnevale”.

Ad aprile si fa montare la vacca spendendo 15,00 lire, si compra il “verderame e lo strame per la stalla”, si paga il funerale di Padre Rocco alla Misericordia del Borgo e la cassa mortuaria. Si paga anche l’Ospedale di Lucca per il ricovero di Padre Rocco.

A maggio per quel frate defunto si saldano i conti del viaggio verso l’Ospedale con l’ambulanza alla Misericordia di Lucca e l’onorario al dottor Lumini di Valdottavo. Nessuno dei creditori fa beneficenza ai frati…

Ad agosto si rifà l’ombrellino di Chiesa per il Santissimo ed a settembre si ordina allo stagnino una fiasca per la questua del vino.

A ottobre 1927 si vende la vacca acquistata a gennaio, con un guadagno di 475 lire.

Le registrazioni di questo “libro cassa”, iniziato nel luglio 1910, si concludono a dicembre 1927.

Il Padre Guido Gherardi è andato a predicare a Marmantile e ha portato 240,00 lire; nell’entrata, come sempre l’onorario delle monache Teresiane di £. 25,00, i vari servizi nelle parrocchie, compresa quella di Verni. Il totale dell’entrata è di £. 2.151,45, a fronte di una uscita di £. 2.136,90.

È dicembre e ci sono le spese ordinarie come tutti i mesi, ma anche i “polli da regalare ai dottori”, le spese per il bucato, la posta, il tabacco e, perfino, la flanella e la lana per le mutande di Padre Guido.

I frati che firmano, a chiusura il libro sono Padre Samuele Domenici, Padre Guido Gherardi, Padre Umile Grandetti e il guardiano Padre Evaristo Falorni: i cinque frati che compongono la “famiglia” conventuale di fine 1927.

Incontro di sacerdoti a Corsagna: si riconoscono (in piedi da sinistra) P. Ranieri Chiellini, il canonico Mons. Domenico Dinucci, P. Antonino Micheli; (seduti, al centro da sinistra) Don Alessio Bachini e il proposto Mons. Carlo Lencioni.
Incontro di sacerdoti a Corsagna: si riconoscono (in piedi da sinistra) P. Ranieri Chiellini, il canonico Mons. Domenico Dinucci, P. Antonino Micheli; (seduti, al centro da sinistra) Don Alessio Bachini e il proposto Mons. Carlo Lencioni.