L’Ordine mendicante
Prima di addentrarci nella storia del convento del Borgo è opportuno dedicare qualche attenzione alle vicende che hanno portato i seguaci di San Francesco nella nostra terra.
Francesco nacque in Assisi nell’anno 1182 e già nel 1208 si era circondato dei primi compagni che, insieme al fondatore, si definirono “minori” (uomini più modesti) e, rapidamente, si diffusero per l’Italia, in diversi paesi europei ed anche oltre, spinti dalla loro vocazione missionaria.
Pochi sono stati nella storia gli uomini che, come Francesco d’Assisi, hanno esercitato tanta influenza religiosa e sociale sulla loro epoca ed anche nei secoli successivi. La scelta del nome dell’ultimo Pontefice eletto nel Conclave del 13 marzo 2013 e le motivazioni della scelta di quel nome sono assai eloquenti, dopo 831 anni dalla nascita del Santo Patriarca. Dotato di grandi qualità eminentemente sociali, santo, poeta, trascinatore, uomo di azione, Francesco scosse e rivoluzionò il mondo medievale cristiano, agendo con la forza delle sue parole e l’esempio della sua vita, facendo esplodere le inquietudini e le grandi contraddizioni della società del suo tempo. Egli sostanzialmente dette corpo all’aspirazione di tanti verso una Chiesa migliore, più materna, più sollecita del bene spirituale e temporale dei popoli, più onesta amministratrice dei beni ecclesiastici, più misericordiosa con i poveri, gli orfani, gli infermi. Attraverso la figura di Francesco un sentimento di religiosità intensa, profondamente ideale, invase gli strati più umili della società. Francesco riuscì ad interpretare il desiderio di ritorno ad una “chiesa primitiva” i cui tratti seducenti sono idealizzati nella povertà, nella mitezza, nella fraternità e comunità di vita e di beni, di cui i frati davano testimonianza nei numerosi conventi che riuscivano a costruire con il concorso delle genti pronte ad accoglierli. Francesco d’Assisi, in un particolare contesto storico, riuscì a farsi motore vivente di una sorta di riedificazione della vita cristiana in seno alla Chiesa.
Già nel 1223 l’Ordine, definito “mendicante”, aveva una “Regola” approvata dal Papa Onorio III ispirata ai principi voluti da Francesco. Alla morte del fondatore, avvenuta il 3 di ottobre del 1226 l’Ordine era già fiorente in 13 “Province”; ma da subito fu turbato nel suo pacifico sviluppo per l’interpretazione di alcuni passi austeri della Regola e del testamento di Francesco. L’equilibrio tra la tendenza originaria del fondatore e le esigenze della Chiesa, raggiunto con la Regola definitiva, divenne sempre più difficilmente mantenibile a causa del grande sviluppo dell’Ordine nel quale si delineavano diverse correnti, costituite dall’elemento laico, prevalente tra i primi compagni di S. Francesco e quello clericale che era venuto via via aumentando. Oltre al bisogno di interpretare la Regola (contro il divieto esplicito del Testamento di Francesco) s’inseriva la questione della povertà, acuita dalla grande diffusione dell’Ordine e dei compiti, sempre più vasti, ad esso affidati. Le controversie furono appianate con una “bolla” di Papa Gregorio IX (Quo eloganti) del 1230. Particolare impulso all’Ordine lo dette frate Elia che lo organizzò in 34 Province e più ancora San Bonaventura che, dell’Ordine, è considerato un po’ il secondo fondatore.
Nell’attività esterna i Francescani ebbero un grandissimo sviluppo ed acquisirono grandi benemerenze; da essi uscirono alcuni Papi (Niccolò IV e Sisto IV), cardinali e grandi predicatori come S. Antonio da Padova, S. Giovanni da Capestrano e San Bernardino da Siena; figura questa che ha percorso le contrade della Lucchesia e che, quasi sicuramente, ha soggiornato anche a Borgo a Mozzano. Il grandissimo sviluppo è testimoniato dai numeri: nel XIII secolo l’Ordine contava già 40.000 religiosi e, negli anni della fondazione del convento del Borgo, ne contava addirittura 60.000.
Le divisioni connesse alla interpretazione della Regola fecero nascere, all’interno dell’Ordine, due tendenze ben distinte: da una parte coloro che si ispiravano ad una vita ascetica e mendicante che aveva contraddistinto la primitiva comunità francescana (ancora prima che diventasse un vero e proprio “ordine” religioso); dall’altra parte, coloro che volevano un Ordine dedito soprattutto alla cura delle anime, inserito nei contesti cittadini e stabilito in conventi di proprietà dell’Ordine stesso. Dopo la metà del secolo XIV si delineò un’ampia corrente che sostenne la necessità di un ritorno agli originari ideali di povertà radicale; corrente che fu definita degli “Osservanti”, i cui membri aspiravano a riformare l’intero Ordine, trovandosi in contrasto con i confrati chiamati “Conventuali”, ligi al loro tenore di vita. Tutto questo portò Papa Leone X, nel 1517, a dividere le due Famiglie, unendo agli Osservanti le “riforme minori” e dando loro, sotto la denominazione di Frati Minori, il diritto di eleggersi un proprio Ministro Generale; a questo Ministro il Papa devolse l’antico “sigillo” dell’Ordine, riconoscendogli la precedenza sul Maestro generale dei “Conventuali”.
Anche nell’attualità gli ordini maschili francescani sono tre: i Conventuali (Ordo fratrum conventualium), i Cappuccini (Ordo fratrum capucinorum) e i Frati Minori (Ordo fratrum minorum).
Noi seguiremo la corrente della “Regolare Osservanza”, i cui frati fondarono il convento del Borgo.
L’Osservanza prese avvio in Italia attorno al 1350; attrasse a sé un gran numero di persone e si diffuse in altri paesi (in Francia attorno al 1388 e poi in Spagna nel 1392). All’Osservanza italiana, come già detto, diedero grande diffusione e prestigio S. Bernardino da Siena, che passò a predicare anche da noi, S. Giovanni da Capestrano ed altri.
Le cosiddette “riforme minori” continuarono a vivere assumendo varie denominazioni nei diversi paesi: gli “scalzi” (1487), gli “alcantarini” (da S. Pietro d’Alcantara) o i “recolletti”(1502). Accanto a questi, in Italia, sorsero i “Riformati”, frati che aspiravano a vivere una “più stretta osservanza”; ma di questi ultimi parleremo in seguito.