Lucca: sfollato il convento delle Clarisse

Il primo grande conflitto mondiale coinvolse nel grande sforzo bellico anche gli ordini religiosi e molti frati furono chiamati alle armi. La città di Lucca, sia pure lontana dal fronte del Piave, fu chiamata ad organizzare ospedali per i feriti di guerra, che arrivano con i treni alla stazione; ed allo scopo vennero requisiti anche i conventi.

Nella grande mobilitazione perfino il carro lettiga della Misericordia di Borgo a Mozzano, trainato da un cavallo, venne, in più occasioni, chiamato a Lucca per trasportare i feriti dalla stazione agli ospedali.

Padre Giovannetti, parlando del convento di S. Cerbone di Lucca, ci informa che nel novembre 1917, in pieno conflitto mondiale, le autorità militari adibirono il convento delle Clarisse di S. Micheletto di Lucca ad uso ospedale per i feriti di guerra. Non trovando locali adatti per la numerosa famiglia, composta di ben 45 religiose, il Provinciale, p. Lorenzo Giraldi, si determinò ad accoglierle nel convento a S. Cerbone di Lucca. Le autorità militari rilasciarono S. Micheletto il 28 novembre 1919 e in quello stesso giorno le monache ritornarono al loro monastero.

PIERO CASENTINI, Bozza del dipinto per una chiesa delle Clarisse
PIERO CASENTINI, Bozza del dipinto per una chiesa delle Clarisse

Le Clarisse, che seguono la Regola di S. Chiara, sono presenti a Lucca fin dal 1433, quando l’antico complesso di San Micheletto, appartenuto ai Benedettini e poi agli Olivetani, fu concesso ad una nobile lucchese che, insieme ad altre donne, vestì l’abito del Terz’Ordine di San Francesco. Nel 1435 Papa Eugenio IV confermò il proposito di queste donne e, progressivamente, la loro vita si configurò sempre più come vita monastica, cosicché, nel 1477, emisero i voti e professarono solennemente la Regola di S. Chiara d’Assisi.

In una pubblicazione sul convento di San Francesco di Lucca lo storico dei Frati Minori, Padre Ottaviano Giovannetti, ci fornisce alcune notizie sul “Monastero di S. Micheletto”, rifacendosi alle Cronache dello storiografo fiorentino Frate Dionisio Pulinari: “Nel giugno del 1450 Caterina Sbarra (vedova Tegrimi) andò a stare a S. Micheletto con una vecchia del Terz’Ordine, che aveva seco tre fanciulle…e tutte insieme fecero proposito di voler fare un monastero dell’Ordine di San Francesco e vivere in obbedienza, povertà e castità in comune, e non andar fuori chi non aveva finiti anni quaranta. Il venerdì santo del 1461, in numero di venti, esse fecero promessa di vivere in clausura; nel 1466 ne ottennero l’approvazione da Papa Pio II; nel 1477 il Vicario Generale dell’Ordine, fra Pietro da Napoli, presenziò alla Professione della Regola di S. Chiara di 40 suore. Il monastero di S. Micheletto suscitò in Lucca grande ammirazione e conobbe subito una fioritura d’eccezione, tanto che negli anni del Pulinari, ad un secolo dalla fondazione, accoglieva ormai cento monache”.

Dal 1973, dopo aver ceduto la grande ed antica sede alla Fondazione Cassa di Risparmio, il Monastero di S. Micheletto è stato trasferito in una villa di Monte S. Quirico, alla periferia di Lucca, dove le Clarisse continuano la loro preghiera di lode e di intercessione al Signore. Il nome di San Micheletto, che è stato mantenuto, deriva dall’uso invalso nel popolo lucchese di distinguere la piccola chiesa del monastero da quella monumentale di S. Michele in Foro. L’assistenza spirituale del Monastero lucchese è svolta dai Frati Minori della Provincia Toscana.

Abbiamo ricordato le Clarisse di San Micheletto, che oggi vivono nel Monastero di Monte S. Quirico, nella periferia di Lucca, perché recentemente hanno deciso di aderire al Centro di Cultura e Spiritualità Francescana che la Misericordia di Borgo a Mozzano ha istituito nel convento di San Francesco; e la cosa è stata assolutamente gradita ed apprezzata dal Governatore e da tutti i dirigenti della Fraternita.

Scorrendo la storia della costruzione del convento del Borgo è emerso che nel 1696 le Suore di S. Chiara di Lucca, tramite il Padre Basilio di Casabasciana, che delle stesse suore era confessore, avevano offerto la somma di 50 scudi per la realizzazione di una scala in pietra per accedere dal chiostro al dormitorio del piano primo.

Riordinando i volumi della “libreria” Cristofanini, donati alla Misericordia nel 1911, sistemati finalmente nella biblioteca del convento, si è trovato un piccolo opuscolo che tratta di un “prodigioso risanamento” avvenuto nella “notte dei 3 venendo il 4 di ottobre” dell’anno 1796 “nella persona di Suor Maria Luvisa Biagini conversa professa nel Ven. Monistero di S. Michele Arcangelo della Città di Lucca ad intercessione della SS. Vergine Madre di Dio”. Di questo opuscolo si è inviata copia a Suor Maria Redenta, Superiora del convento delle Clarisse di Lucca.