Osservanti e Riformati

Si è scritto, sia pure con brevità, all’inizio di questa pubblicazione della vivace dialettica interna che ha caratterizzato l’Ordine Francescano, fin dalle origini ed anche durante la vita di Francesco. Anche il movimento dei “Riformati della più stretta osservanza”, a cui per diversi secoli apparterrà il convento del Borgo, è frutto di questa dialettica.

Gli inizi di questo nuovo ramo dell’Ordine sono piuttosto oscuri; se ne fa risalire l’istituzione al 6 gennaio 1519, quando Padre Francesco Licheto, Ministro Generale degli Osservanti, affidò la custodia del convento di Fontecolombo, presso Rieti, ai Padri Bernardino d’Asti e Stefano Molina. Siamo proprio negli anni della fondazione del convento del Borgo (avvenuta tra il 1523 e il 1526) da parte dei frati dell’Osservanza.

Con lo stesso processo con cui, alla metà del secolo XIV, era iniziato il movimento della “Regolare Osservanza” (Osservanti) in seno all’Ordine, così, all’inizio del secolo XVI, in seno a quel ramo, si iniziò il movimento detto “della più stretta Osservanza”(Riformati), al quale, nel Capitolo celebrato il 20 febbraio 1538 a Poggibonsi, si assegnarono i primi tre conventi.

Anche il cronista Padre Antonio da Brandeglio che fu guardiano a Borgo a Mozzano ed estensore del “libro delle cose notabili” ci riferisce che il primo dei Ministri Generali a favorire la “stretta Osservanza” fu Padre Francesco Licheto, che intese dare soddisfazione ai frati più zelanti.

Scrive infatti il Brandeglio: “satisfece ai zelanti; ... (quando) al 6 gennaio 1519 concesse al B. Stefano Molina, spagnolo, ed al p. Bernardino d’Asti (religiosi di tutta santità e zelo) primieramente patente benigna ut ad strictiorem observantiam, durioremque rigorem, ad Fontem Palumbum… cum aliis nonnullis sese reciperet”. Simile concessione, per scritto, fu mandata al B. Nicola Tomacelli e al p. Domenico di Campania, il 2 settembre 1519, nonché ad altri di molte altre Province. Queste “patenti benigne” furono revocate dal Vicario Gen. p. Paolo da Soncino nel 1521”.

Il movimento degli osservanti più zelanti, che era in espansione, si rivolse a Clemente VII, il quale volendo accogliere i desideri di quei religiosi che intendevano attenersi ad un maggiore rigore, con la Bolla “in suprema”, dell’anno 1532, dispose che in ogni Provincia vi fossero almeno quattro conventi di ritiro con un Custode. L’intervento papale limitò il pretesto di molti per passare ai Cappuccini. Poco più di un secolo dopo, nel 1639, Urbano VIII, col Breve “iniuncti”, eresse in Province venticinque delle precedenti Custodie ed ognuna di queste Province contava dodici conventi; cosicché il Ministro Generale dell’Ordine dei Minori non fu più capo di una sola famiglia, ma di due: quella dei “Minori della Regolare Osservanza” e quella dei “Minori della più stretta Osservanza”.

Nel 1640 anche la Custodia Riformata della Toscana fu dichiarata Provincia. Il Vicario Provinciale divenne Provinciale e i Discreti divennero Definitori. Il primo dei Provinciali della Riforma fu Padre Giovanni Battista da Massa Ducale, nominato con un Breve di Papa Urbano VIII.

Padre Domenico Cresi, nella sua pubblicazione dal titolo “S. Francesco ed i suoi Ordini” (Firenze, 1955), vede nella Bolla “in suprema”, del 16 novembre 1532, il vero atto di nascita della Riforma; nel Breve del 18 dicembre 1534 di Paolo III, lo stesso autore, vede la soluzione degli ostacoli e malintesi e nel Breve di Gregorio XIII, “cum illius vicem” del 1579, la completa separazione dei “Riformati” dagli “Osservanti”; arrivando, finalmente, nel 1595, all’approvazione delle “costituzioni” per i Riformati stessi, da parte di Clemente VIII.

Secondo una ricostruzione fatta dagli storici della Provincia Toscana dei Frati Minori (ripresa dal Wadding) al momento della divisione tra Osservanti e Riformati la Provincia toscana aveva 1170 religiosi e 15 monasteri di Clarisse con 1060 religiose.