L’organo Agati - Tronci

La musica è stata sicuramente importante per il convento del Borgo dove, sicuramente, tanti sono stati i frati musicisti e molti gli appassionati di musica e di canto che lo hanno frequentato. Anche il bell’organo della chiesa, costruito nell’anno 1893 dalla Ditta Nicomede Agati e Filippo Tronci di Pistoia, è una testimonianza di questa attenzione. Nel centenario della costruzione dell’organo la Misericordia dette alle stampe una pubblicazione, realizzata dal M° Alessandro Sandretti di Diecimo, dal titolo: “Cento anni dell’Organo della Chiesa di San Francesco in Borgo a Mozzano 1893-1983”. Il volumetto, stampato presso la Tipografia Amaducci in data 10 dicembre 1993, aveva la collaborazione dell’Istituto Storico Lucchese - Sezione di Borgo a Mozzano e dell’Associazione Amici dell’Organo della Provincia di Lucca.

L'organo Agati-Tronci
L’organo Agati-Tronci

Oltre al saluto del Governatore dell’epoca la pubblicazione riporta anche una prefazione del Sacerdote lucchese e musicista insigne Don Emilio Maggini. Nella pubblicazione il Sandretti scrive riguardo allo strumento: “sarebbe stato nostro desiderio rintracciare notizie riguardanti le vicende della sua origine, ma purtroppo, nonostante le accurate ricerche, non è stata trovata alcuna documentazione in merito. Solo sulla targhetta situata sul frontalino della tastiera dello strumento leggiamo quanto segue: Ditta Nicomede Agati e Filippo Tronci – Direttore Proprietario Filippo Tronci premiato con diploma d’onore – Corso V. Emanuele N° 1066 Pistoia – Anno 1893 – Organo 1149”. Sandretti ci fa sapere che le Ditte Tronci e Agati operavano separatamente in Pistoia già dal 1700 e che, negli ultimi decenni del XIX secolo, si unirono formando un’unica ditta e continuarono la loro opera fino agli inizi del ‘900; poi la ditta cessò l’attività.

Il M° Alessandro Sandretti
Il M° Alessandro Sandretti
Il M° Aldo D'Olivo
Il M° Aldo D’Olivo

La pubblicazione ricorda anche un frate della nostra terra, Padre Antonio Baroni da Dezza, organista e musicista d’ingegno, che fece parte della comunità del convento in diversi periodi della sua vita. Questo frate che ci ha lasciato tante composizioni musicali da lui scritte e trascritte avrebbe apportato di propria mano, come riferisce il Sandretti, una importante modifica alla pedaliera dell’organo, aggiungendo 12 pedali ai 13 esistenti, portando così la pedaliera al numero complessivo di 25 pedali, cioè due ottave complete; cosa che permetteva l’esecuzione di una più vasta letteratura organistica; la modifica fu solo meccanica e non comportò l’aggiunta di nuove canne. Su Padre Baroni il Sandretti ci dice di averlo sentito suonare a Dezza attorno al 1940 e questo è il suo commento: “sebbene questo vecchio organista suonasse ancora nel desueto stile ottocentesco io, che gli fui al fianco per tutta la durata del Vespro, rimasi stupito per la sua abilità tecnica, per la maestria con cui sapeva trattare lo strumento e per la conoscenza profonda che rivelò avere dell’organo italiano ottocentesco”. Si è potuto accertare, grazie a documenti su Padre Baroni trovati di recente, che la modifica alla pedaliera fu fatta negli anni dal 1940 al 1943, quando il frate decise di tornare a Borgo a Mozzano, prima di essere colpito da una grave malattia che lo costrinse a ritirarsi nella casa paterna di Dezza.

Ritornando all’organo, anche nei documenti e nei testi esaminati ai fini di questa pubblicazione, non si è trovata alcuna notizia sull’acquisto o sul montaggio dell’Agati Tronci o sui lavori eseguiti alla cantoria.

Di certo anche prima del 1893 nella chiesa esisteva un organo, relativamente al quale possono esser fornite notizie, non supportate però da documenti. Quando, nel 1971, diventai Governatore della Misericordia l’Associazione si prese cura della chiesa del SS. Crocifisso, Patrono della Confraternita. Nella suddetta Chiesa, la cantoria dell’organo, assai ampia, era vuota; da alcuni componenti della “Deputazione del SS. Crocifissso” del tempo (Cherinto Bonardi in particolare) appresi che l’organo esistente al Crocifisso era stato venduto pochi anni prima dal Proposto, “senza interpellare la Deputazione” e che quell’organo, di tipo portabile, proveniva dalla Chiesa “dei Frati”. Forse qualche notizia ulteriore su questo potrebbe essere trovata nell’Archivio della Parrocchia di San Iacopo.

Il Maestro Alessandro Sandretti, nella pubblicazione, ci dice che: “ lo strumento della Chiesa di San Francesco si è sempre distinto per la sua totale funzionalità. Infatti molti organi della zona, dal secondo conflitto mondiale in poi, per circa un ventennio, divennero insuonabili del tutto o suonavano malamente per l’incuria, derivante un po’ dalla mancanza di mezzi per la manutenzione adeguata e un po’ per una sempre più scarsa sensibilità per questo problema”. Sandretti aggiunge che “l’organo dei Frati, così come si usava chiamarlo, era ancora intatto e, come si suol dire, non faceva una grinza e per questo si suonava volentieri. Inoltre fu il primo nella zona ad essere munito dell’elettroventilatore per cui non c’era più bisogno del tiramantice e l’organista poteva suonarlo quanto voleva e in tutta libertà. Fu così che, per le sue ottime qualità foniche e per le sue buone condizioni di efficienza, si creò nella zona una specie di mito per questo strumento da parte dei cultori, anche se nella zona vi erano altri strumenti importantissimi dal lato storico ed estetico, ma meno apprezzabili per il loro precario stato di conservazione”.

Nei libri cassa ho trovato scritto che “l’impianto della forza motrice all’organo” fu fatto nel settembre 1954 dalla ditta D’Olivo e Ghiloni del Borgo, con una spesa di £. 3.600, ma da un verbale del 1940 si apprende che, grazie ad un offerta consegnata al P. Antonio Baroni, già in quell’anno, si provvide all’acquisto di un motore per l’organo.

Il M° Vincenzo Barsi
Il M° Vincenzo Barsi

Sandretti nella pubblicazione ricorda i musicisti borghigiani Vincenzo Barsi e Aldo D’Olivo, che precedettero proprio lo stesso Alessandro Sandretti nel servizio all’organo, soprattutto per la festa annuale di S. Antonio, quando venivano eseguite le Messe di Perosi o del Vittadini; ricorda anche i nomi di illustri organisti che “in particolari occasioni hanno suonato l’organo, come il M° Giovanni Tebaldini, nell’anno 1926, per i solenni festeggiamenti del VII centenario della morte di S. Francesco, quando diresse la “Missa Pontificalis” di Lorenzo Perosi e concertò all’organo, oppure del M° Padre Ottavio Tommasini, concertista fiorentino affermato, e del M° Padre Salvatore Salvadori, musicista lucchese degno di rilievo”. Hanno suonato quello strumento, di frequente, anche il fratello di Alessandro, Giuseppe Sandretti e, negli anni più recenti, il figlio Eliseo Sandretti, che è oggi uno dei più brillanti organisti lucchesi e toscani. Fin da bambina anche mia figlia Ilaria, che studiava pianoforte (si è poi diplomata al Conservatorio Boccherini di Lucca), ha suonato quello strumento in tutte le celebrazioni, diventando quasi l’“organista ufficiale”, forse “precettata” dal genitore; ma penso che, oggi, sia soddisfatta di quel ruolo. Il Sandretti ci fa sapere che nel 1978 lo strumento ebbe bisogno di una revisione generale. Non si trattò di un restauro, ma di una semplice pulitura ed accordatura. Allo scopo fu formato un comitato presieduto dall’avvocato Vasco Motroni e fu affidato il lavoro alla Ditta Chichi di Empoli. Ultimati i lavori, il 4 ottobre 1978, fu organizzato un concerto tenuto dallo stesso M° Alessandro Sandretti, che eseguì, tra le altre musiche, anche la “Missa cun Jubilo” di Girolamo Frescobaldi. Già il Sandretti, nella pubblicazione del 1993, diceva che un “restauro radicale sarebbe un’opera auspicabile”.

Spulciando nei libri di cassa ho trovato scritto che, nel giugno del 1958, si pagò “al Turrini per riparazione organo” la somma di £. 3.500.

Al convento, nel momento della consegna dell’immobile alla Misericordia, erano presenti anche un armonium ed un pianoforte a coda.

Nella stesura del capitolo sull’organo della chiesa, costruito dagli organari Agati - Tronci di Pistoia, ho accennato alla revisione generale che lo strumento ebbe nel 1978. Nell’aprile 2015 il prof. Gabriele Matraia mi ha consegnato la fotocopia di una lettera del Padre Bernardino Michelucci, guardiano ed unico frate del convento che, in data 9 aprile 1979, ringraziava lo stesso prof. Matraia, allora Sindaco di Borgo a Mozzano, per un contributo di lire centomila (100.000) che il Consiglio Comunale di Borgo a Mozzano aveva deliberato “per il restauro dell’organo”. Del contributo il Padre Bernardino aveva ricevuto un ordine di riscossione dalla locale agenzia della Cassa di Risparmio di Lucca. Nel ringraziamento il frate scriveva: “Grato per quest’atto di generosità La ringrazio vivamente insieme al Consiglio Comunale anche a nome della Provincia Toscana dei Frati Minori che ho l’onore di rappresentare”.

Il fatto conferma la revisione generale del 1978, di cui ci aveva informato il Maestro Alessandro Sandretti.