Il Terz’Ordine de’ Penitenti
A proposito dell’impegno dei Padri Riformati per rivitalizzare il Terz’Ordine, così scrive il Brandeglio nel suo “Libro”: “Non stette otiosa la S. Riforma nei primi padri venuti a riformare questo convento; anzi appena “bambina” giaceva nella culla che dimostrò una pianta selvaggia (corretta: solitaria) decisa affatto per formarsi un de’ nobili germogli e renderla fruttifera e sebbene parve si scatenasse l’inferno per atterrarla, suscitandogli contro quel famoso contrasto della città suddetta, che durò dodici anni per tenerli alienati non pochi della Terra e divisi in due fationi e parve che prevalesse, con tutto ciò non punto sbigottita nel fervore de’ suoi padri, perché la lite Ospizio ed oratorio ritenuto cento anni destinandolo il figlio di Dio per i suoi occulti fini ai servi di sua Madre, non abbandonò la più stretta famiglia dei figli di Francesco; anzi volle che questi con lo spirito serafico cacciati da un luogo più fortemente si stabilissero in un altro… Per questo punto intimoriti i zelanti Riformatori pensarono stabilirvi anche il 3° Ordine de’ fratelli e delle sorelle, e vedendo che sebbene li pp. Osservanti vi avevano eretta la Compagnia del Cordone già fin dal 1587, ... caduto lo resuscitorno ed estinto affatto l’anno 1610 al 25 agosto “ nell’occasione della festa di S. Ludovico re di Francia, essendo guardiano p. Basilio di Casabasciana e vicario p. Antonio di Fivizzano con le debite facoltà più di 20 huomini e donne 37 (il cronista trovò le cifre in una carta dell’archivio locale) entrarono nel 3° Ordine”.