Le Figlie di San Francesco
All’anno 1611, data in cui si tenne la Congregazione a Montecarlo, si fa risalire la fondazione del convento delle suore francescane del Borgo, conosciute come “Figlie di San Francesco”, che hanno, oggi, la Casa Generalizia a Pisa e la “casa madre” a Borgo a Mozzano in piazza del Mercato come fin dalla fondazione.
Le Cronache del convento trattano direttamente questo argomento: “ristorato il 3° Ordine, si dette principio al Conservatorio delle Suore del 3° Ordine. A prime fondatrici sono indicate Suor Caterina Niccolai di Anchiano e suor Angela Guasparini del Borgo. Queste, comprata una casa, nella piazza detta “del mercato”, al 14 ottobre 1611, come risulta dal contratto rogato da Ser Bartolomeo Pierotti notaio, ivi si ritirarono a vivere. La prima prese l’abito del 3° Ordine il 25 agosto 1609 e la seconda il 4 ottobre 1610. Professarono il 4 ottobre 1619. Questa casa – dicono ancora le Cronache – per testamento rogato per Ser Nicolao Cerlotti il 22 luglio 1620, la lasciarono alla Cappella di S. Elisabetta, posta nella loggia della chiesa del convento, in caso che il numero delle suore venisse a mancare. Dette suore non fecero la professione se non dopo qualche anno. In seguito presero a professare un anno dopo aver preso l’abito. La superiora aveva titolo di Ministra ed era eletta ogni tre anni”.
Padre Silvano Controne, che nel 2012 ha pubblicato un interessante libro dal titolo “L’albero che cresce”, celebrativo dei 400 anni di vita dell’Istituto Figlie di S. Francesco, rifacendosi sicuramente agli scritti del Padre Antonio da Brandeglio, parla del fiorire del Terz’Ordine a Borgo a Mozzano nel XVII secolo. “La Comunità francescana del convento di S. Francesco a Borgo a Mozzano – dice Padre Controne – dopo aver fatto la scelta di seguire la Riforma e di impegnarsi sempre più nell’ideale di San Francesco, aveva costituito un florido Terz’Ordine che in tutta la valle circostante con Borgo a centro, era arrivato a contare oltre 600 iscritti. I confratelli e le consorelle del Terz’Ordine, seguendo la loro regola, avevano compiti spirituali e materiali ed erano “missionari dell’amore di Dio presso i concittadini”. I Frati seguivano spiritualmente il cammino del Terz’Ordine e pensarono di accrescere sempre di più la comunione e la fraternità allargando anche la cappella di S. Elisabetta – cappella del Terz’Ordine ed anche luogo di sepoltura per le Terziarie Figlie di San Francesco – ed anche le altre strutture comunitarie”. Scorrendo la trascrizione di un manoscritto del Padre Antonio da Brandeglio, guardiano del convento nel 1699, riguardante proprio le Figlie di S. Francesco (già citato a pag. 99) si ritrovano tanti nomi borghigiani tra le prime suore: Caterina Nicolai del Borgo, Angela Guasparini del Borgo, Angela Santini di Cerreto di Sopra, Suor Domenica di Giovanni del Magnano di Cerreto di Sotto,Suor Maria Ponzi di Oneta, Suor Lucretia di Corsagna, Suor Zabettha di Bartolomeo Lotti del Borgo……
Tutte risultano sepolte nella cappella di S. Elisabetta.
Quando la Misericordia dette avvio all’attività del Centro Accoglienza Anziani, il 1 febbraio 1983, trovò generosa collaborazione proprio nelle “Figlie di San Francesco”, che misero a disposizione una delle suore del convento del Borgo, per svolgere compiti di coordinamento del personale dipendente e di organizzazione della struttura, cosa che durò per alcuni anni. La prima a svolgere quell’incarico fu l’indimenticabile Suor Bianca Mauro che, già da novizia e poi da insegnante dell’asilo, aveva vissuto la propria esperienza di preghiera e di servizio nella “casa madre” di Borgo a Mozzano; dopo di lei ci furono Suor Tecla, Suor Bertilla, Suor Clara e, anche se ormai senza compiti di responsabilità, Suor Angelica. In quel periodo il fratello di Suor Bianca, Padre Carlo Mauro, frate minore, era il guardiano del convento di San Francesco di Lucca e, in tale veste, si occupò anche di assicurare la presenza francescana a Borgo a Mozzano per le celebrazioni festive.
A distanza di secoli, nel nome di San Francesco, si era creata una nuova sinergia nell’aiuto agli anziani tra la Misericordia, che dai frati aveva ricevuto il grande convento e le terziarie che, in quel luogo, avevano trovato l’iniziale ispirazione alla loro missione. Casi della vita o segni del destino?
All’interno di quella che fu la cappella di S. Elisabetta la Misericordia ha apposto una lapide che ricorda la storia delle Figlie di S. Francesco; ed anche in occasione del quattrocentesimo anniversario di fondazione dell’Istituto ha ricordato, con una targa in marmo, posta sotto il porticato antistante la chiesa, la storica data, con queste parole: “In questa cappella dedicata a Santa Elisabetta Patrona del Terz’Ordine le “Figlie di San Francesco” fecero per secoli la loro professione e diedero sepoltura alle prime sorelle. Nel 400° anniversario di fondazione si ricorda l’opera preziosa nelle Comunità del Borgo dell’Istituto Figlie di San Francesco”. La data è quella del 1 ottobre 2011. Alla solenne celebrazione fu presente l’Arcivescovo di Lucca Mons. Italo Castellani.
Le Figlie di San Francesco, come all’attualità, hanno sempre gestito l’asilo per bambini di Borgo a Mozzano che, dopo la prima guerra mondiale, fu intitolato “ai caduti in guerra”. Le suore hanno svolto e svolgono un apprezzato servizio alla comunità ed alle famiglie, che ha riguardato tante generazioni di nostri concittadini.
L’asilo è stato per tanti anni nell’ex convento delle oblate di via Roma, convivendo con le scuole elementari, trasferite nell’attuale sede solo alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. Quando vennero trasferite le scuole anche l’asilo fu spostato nel convento di piazza del mercato.
Anch’io, come le mie figlie e nipoti, ho frequentato quell’asilo, di cui ricordo l’indimenticabile suor Rosa, la cuoca Maria e i grandi barattoli di un formaggio rosa della Pontificia Opera di Assistenza che, forse, era arrivato in Italia con il “piano Marshall”. Dopo l’asilo continuai a frequentare il convento di piazza Garibaldi con i gruppi di azione cattolica, organizzando ogni domenica, sotto la supervisione di suor Celina, piccole fiere di beneficenza a favore delle missioni. Suor Celina è stata, per tanti anni, la maestra di taglio, cucito, ricamo e “far di maglia” delle ragazze del paese.
Le ultime suore borghigiane dell’Istituto Figlie di San Francesco sono state Lorenza Papera di Corsagna (al secolo Milena), deceduta nel 1996 e suor Amabile Lotti (al secolo Ilva), deceduta nel 2000.
Scorrendo una pubblicazione del Padre Giovannetti sul convento di San Francesco di Lucca c’è un capitolo riguardante le vicende, complesse del Terz’Ordine secolare e regolare in quella città. Parlando delle “Terziarie Regolari di S. Elisabetta” , che nel XVII secolo avevano una casa vicino al convento di San Micheletto, cita “fra le sorelle terziarie che sono passate a miglior vita…degna di speciale memoria” suor Teresa Barsanti di Oneta, “la quale morì nel fiore della sua gioventù” circa l’anno 1660. Di questa terziaria della nostra terra vissuta e morta nella città di Lucca il cronista riferisce che “benché fosse giovane di anni, era più vecchia di senno e di costumi, esercitandosi continuamente in molti e diversi atti di virtù e perfezione religiosa, oltre a quelli che aveva obbligo dalla sua Professione, come digiuni, orazioni, discipline, mortificazioni e simili”.
Tante sono state le suore delle varie congregazioni provenienti dal nostro territorio, come si vedrà più avanti in questo libro per le Carmelitane e, di sicuro, sarebbe interessante fare una ricerca su queste tante vocazoni.
Alcune immaginette funebri, trovate in un cassetto della sacrestia del convento, ci pemettono di fare un ricordo di due di queste.
Uno dei ricordini, stampato dalla Tipografia Vannini, ci presenta la borghigiana Suor Anna Fontanini, Figlia della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli addormentatasi nella pace del Signore il 1° luglio 1930 in Siena all’età di 34 anni ed 8° di vocazione; il secondo, stampato dalla Tipografia Togneri, è fatto “in memoria della studentessa universitaria Suor Maria Fontanini delle Figlie di Maria Ausiliatrice tragicamente perita nella stazione ferroviaria di Apuania – Carrara il giorno 8 giugno 1944”. Nel cartoncino si dice che “il suo vergine cuore colpito da raffica di mitraglia cessò di battere a soli 32 anni l’alba del Corpus Domini…”. A chiedere una prece sono “la madre desolata, le sorelle, il fratello, la cognata, il nipotino e i parenti tutti”.
Due giovani borghigiane di cui ci piace dar memoria in questa pubblicazione come “Suore della nostra terra”.