La Confraternita della SS. Concezione

Nelle Cronache si legge: “Bramosa la Riforma di accrescere la devozione dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine, per mezzo della predicazione del p. Lorenzo Campana, fondatasi una Confraternita per Breve “cum sicut accepimus” di Paolo V del 13 giugno 1612 e con il consenso del Vescovo di Lucca, furono assegnate le Leggi, e modo per regolarsi”.

Direttore della Confraternita doveva essere il superiore del convento, ma poiché sull’altare dell’Immacolata aveva lo “jus patronatus” Casa Pieroni, a cui era annessa anche la sepoltura, il Padre Lorenzo Campana si adoperò perché detto altare fosse donato alla Confraternita (o Compagnia) dalla signora Angela Guinigi, vedova di Cesare Pieroni, come consta dal rogito di ser Francesco Rustici del 4 gennaio 1613; nel contratto vi erano degli obblighi per la Compagnia:

“Fratres teneantur mantenere dierum tribus suis sumptibus et expensis de tobaleis, candelis et aliis necessariis et incumbentibus d. altari nec quolibet anno in perpetuo celebrari facere in d\a c\la in mense novembre quoibeti anno unum officium defunctorum cum Missa cantata una et 10 planis de requiem pro a\me de su\i Pieroni”. (Traduzione: I fratelli siano tenuti a provvedere per tre giorni, e non per tutto l’anno, con le loro sostanze e con i loro compiti, alle tovaglie, alle candele e a tutte le altre cose necessarie e incombenti per l’altare, a far celebrare per sempre un ufficio dei defunti nel mese di novembre con una Messa cantata e dieci Messe funebri piane per me e per i successori della famiglia Pieroni)

Una volta che la Compagnia divenne erede ed usufruttuaria dell’altare “si accese la pietà del capitano Achille di arricchirla di beni mobili con obbligo di tenere sempre accesa la lampada; Maria Maddalena Giovannetti nel 1646 lasciò altri beni e denari con obbligazione di uffizi 10 in perpetuo, cioè nelle feste principali dell’anno della Beata Vergine, il giorno di San Francesco, di S. Giuseppe, di San Carlo, due uffizi dopo la festa dell’Immacolata di Messe 10 e l’altro dopo la commemorazione dei defunti. Il tutto si poteva vedere in sacrestia”. La Compagnia divenne numerosa ed ogni anno alla seconda domenica del mese organizzava e curava la processione.

Dopo pochi giorni dall’aver completato questo capitolo due volontari della Misericordia, Eliseo e Pierpaolo, che stavano inventariando i tanti libri esistenti al convento, pervenuti da donazioni di vari ospiti vissuti al Centro Anziani o da famiglie del Borgo, hanno ritrovato un libretto, scritto e decorato a mano su cartapecora, dal titolo “LIBRO Per Uso della Sagrestia del Convento di S. Francesco del Borgo - 1748”. Appena aperto si è notato che il primo argomento trattato era: “Modo di fare la Processione della SS. Concezione ogni 2a Domenica del Mese”. Si trattava proprio del libro che, come abbiamo riportato poche righe sopra, “si poteva vedere in sacrestia”.

Nel 1642 la Compagnia della SS. Concezione fece fabbricare da Francesco Santini di Cerreto di Sotto l’altare nella chiesa (il primo a destra entrando) di cui si parla nel capitolo dedicato alla Chiesa. L’inaugurazione di detto altare avvenne per il “Perdono” dell’anno 1642 e nei due giorni di festa (1 e 2 agosto) dicono che Cronache che si comunicarono ben 3100 persone.