Una lettera del 1921 ci parla di S. Leonardo da P.M. al Borgo
Quando ormai la stesura di questa pubblicazione era completata, nell’immenso archivio della famiglia Pellegrini, è stata trovata una lettera che conferma la presenza a Borgo a Mozzano, nel 1722 e nel 1745, di S. Leonardo da Porto Maurizio (1676 – 1751), il francescano inventore delle “missioni al popolo”.
La lettera trovata nell’archivio fu inviata da Padre Benedetto Innocenti o.f.m., frate nel convento di Sargiano di Arezzo, a Francesco Maria Pellegrini, in data 11 novembre 1921. P. Innocenti ringraziava il “Professor Pellegrini” che “così gentilmente favorì farmi vedere l’appartamento che per tradizione dicesi aver servito a S. Leonardo da P. Maurizio. Certamente il Santo fu in sua casa”. A sostegno di quanto scritto Padre Innocenti cita le parole di un “Diario” del novembre 1745: “L’abitazione de’ padri missionari è stata una casa de’ signori Pellegrini…”. Sempre rifacendosi a quel “Diario” il frate di Sargiano conferma un’altra “missione al popolo” di S. Leonardo a Borgo a Mozzano nel 1721, anche se poi riconosce l’incertezza della data con il 1722. Che l’anno sia stato il 1722 per noi è confermato dall’episodio riguardante il giovinetto Giacomo Giudici di Anchiano, che dopo aver ascoltato la predicazione di S. Leonardo, entrò nell’Ordine con il nome di Francesco Maria: Di lui si parla diffusamente in un apposito capitolo di questa pubblicazione (pag. 166).
S. Leonardo da Porto Maurizio al Borgo
Nelle “Cronache di Cerreto di Sotto”, edite dal Comune di Borgo a Mozzano nel 2006, che riguardano la fine del secolo XVII e il secolo XVIII, il cronista della famiglia Santini parla ampiamente della predicazione a Borgo a Mozzano di San Leonardo e, addirittura, fa datare un passaggio del grande predicatore per Borgo a Mozzano anche al 1751, anno della morte del Santo, avvenuta a Roma.
Scrive dunque il cronista: “Passando in questo anno dal Borgo per portarsi a Roma nel mese di aprile il degno e zelante Religioso il Padre Leonardo da Porto Maurizio del ritiro di San Bonaventura, e celebre missionario apostolico, si compiacque di fare una predica nel Borgo sopra un palco fatto nella strada presso la casa dello Spettabile Ricci dove il concorso fu moltissimo. Il medesimo essendo stato alcuni anni indietro nello stato di Lucca a fare con gran profitto le sante missioni venne a farle pure nel Borgo abitando nel convento di San Francesco. Benchè abbia io fatto le diligenze per sapere in qual anno precisamente avessero queste contrade la consolazione di ammirare la sua condotta ed udire la sua voce, non mi è riuscito venire in chiaro, abbenchè mi venga detto che ciò seguisse circa l’ anno 1746. Io tuttor mi ricordo , e sembrami ancor di presente vedere quell’amabile e indefesso canuto vecchierello che faceva le missioni nella chiesa del Borgo e ne giorni festivi nella piazza del mercato con un immenso concorso di divoto popolo, e molto più nell’ultima mattina che eretto un altare sopra il palco in detta piazza, vi fu la comunione generale. Mi rammento pure che al termine di ogni sua predica fattosi aprire dal compagno l’abito dietro alle spalle e presa una tagliente disciplina, si batteva si fortemente a Sangue che muoveva a pietà tutta l’udienza, vedendo un religioso di quell’età, e consumato di viaggi, digiuni e fatiche flagellarsi ogni giorno così crudelmente di maniera che alle volte fu veduto qualche Sacerdote salir sopra il palco e toglierli la disciplina. Partendo poi di qui per proseguire come si disse il suo viaggio per Roma, giunto a Gallicano ivi fece altra predica. Giunto finalmente a Roma dopo pochi giorni passò a godere il merito delle sue indefesse fatiche nella gloria celeste con forma di santità. Ed in fatto, dato principio in seguito al di lui processo, furono approvate le virtù in grado eroico e poi nel 1794 fu ascritto al numero dei Beati”.