Presenze a fine ottocento

Nella Provincia di S. Giuseppe, il convento di S. Francesco del Borgo ricevette e mantenne una consistenza notevole di religiosi.

La famiglia francescana, negli ultimissimi anni del XIX secolo e nei primi del XX, era composta di 9 sacerdoti e cioè: i pp. Antonino Micheli di Oneta (guardiano), Aurelio Luvisi di Diecimo (vicario, ex provinciale e lettore di morale), Giuseppe Cristofanini del Borgo (ex provinciale), Pier Battista Marchi da Nocchi (definitore, lettore di teologia, maestro de’ novizi), Onorato Mariani di Bozzano (ex definitore), Egidio Moriconi da Lombrici (ex definitore), Eugenio delle Mura da Camaiore, Luigi Luvisi da Diecimo (bibliotecario, 2° maestro), Odoardo Terenzoni da Fivizzano (organista). Ai 9 sacerdoti si aggiungevano 3 fratelli laici, 3 terziari e 5 novizi.

Dalle Memorie di Padre Pacifico Bigongiari pubblicate in questo testo si conosce che nel 1857, quando lo stesso Bigongiari era chierico in quel convento, al Borgo c’erano 18 frati sacerdoti.

In un registro relativo alla amministrazione conventuale del periodo 1880/1894, sono elencati alcuni appuntamenti fissi dei frati in varie località e per varie occasioni. In particolare si elencano le Messe da celebrare, ogni anno, nella chiesetta di Terzone vicino a Gioviano: il 16 luglio, il 29 settembre, il 17 gennaio (S. Antonio abate), il 19 marzo e la domenica in Albis. A seguire si dice che ogni anno “per soddisfare il Signor Rettore della Rocca ci sono da celebrare 15 Messe alla elemosina di £. 1,40 l’una; l’anno comincia per S. Pietro”. Poi si elencano le Messe da celebrare in quello che viene definito “l’Oratorio del Triaca”, a Piano della Rocca; le Messe che i frati devono celebrare in quella località, all’epoca sotto la giurisdizione parrocchiale di Rocca, sono le seguenti: “tutte le prime domeniche di tutti i mesi, tutte le 3 Pasque dell’anno (cioè di Resurrezione, di Pentecoste, di Natale), il Corpus Domini, l’Invenzione della S. Croce (maggio), le Palme, l’Assunzione di Maria SS.ma, la domenica che alla Rocca festano S. Luigi, ch’è la domenica dopo l’Assunta”. Una ulteriore registrazione ricorda le Messe da celebrare nell’anniversario di Paolo Pellegrini il giovine, al 27 novembre e nell’anniversario di Giacomo Pellegrini il vecchio, al 22 gennaio; sul registro è annotato che “la elemosina è sempre di Lire italiane 4 (dico quattro)”.

Mensilmente i frati celebravano un gran numero di Messe, sia al convento che nei vari paesi, dove venivano chiamati anche per sostituire i sacerdoti assenti. Le “applicazioni” delle Messe portavano buoni risultati al bilancio del convento; un esempio è quello del marzo 1887 dove, tra le entrate, figurano: incassi per 400 Messe prenotate per £.497,40, altre 30 Messe portano una entrata di £.38,10, n. 1 Messa per “pia persona” £.1,50, n. 27 Messe in diversi luoghi £.47,29, n. 8 Messe a Benabbio per “ufficiatura” £.40,00, altre 30 Messe celebrate in diversi luoghi £.55,05.

A proposito delle Messe che i frati celebravano con regolarità a Piano della Rocca si è fatto ricerca in quella frazione del citato ”Oratorio del Triaca”: si trovava nella parte nord del paese e oggi è trasformato in una civile abitazione. La struttura dell’oratorio, al civico n. 176, è ben visibile dal portale in pietra e dalle due finestrelle laterali allo stesso, anch’esse in pietra con la grata in ferro, che sono state conservate. Sull’architrave della porta una pietra incisa, datata MDCLXX (1670), ricorda, in latino, il “Capitano Giovanni figlio del Capitano Pietro Triaca di Lucignana, erede di Claudio Sandonnini”. Il nome di Claudio Sandonnini (sicuramente la stessa persona) lo troviamo citato anche per la donazione, fatta con un rogito del 1667, di una “casa murata, alta e bella”, da servire come “ospizio per i frati” al Bagno alla Villa (di cui si è scritto in un precedente capitolo: l’ Ospizio di Bagni di Lucca). Un particolare: la facciata dell’Oratorio del Triaca e quella della cappella di S. Antonio al Bagno alla Villa (Bagni di Lucca) sono molto simili, come lo è stato il loro destino: entrambi i luoghi sacri sono stati trasformati in civili abitazioni.