La Via Crucis

Al capitolo Provinciale della Verna del 1720 fu eletto guardiano Padre Valerio da Diecimo e vicario Padre Michelangelo da S. Maria a Colle.

Il detto guardiano osservò che una delle principali devozioni della serafica Religione era la “Via Crucis” e, pertanto, si stabilì di istituirla nello stradone del convento. “Con le elemosine dei benefattori e d’industria dei religiosi” si costruirono le 14 cappelline, che furono “scalpellate” lungo il muro dell’orto, dietro S. Elisabetta, lungo il viale che porta verso la piazza del Mercato. Le stazioni furono dipinte dal pittore fiorentino Giovanni Landi, già citato in precedenza, che viveva in Borgo. Queste pitture si deteriorarono ben presto, a causa dell’umidità e, nel 1746, come ci dicono le Cronache, furono rifatte dal pittore Bartolomeo Gagliani. Queste pitture non piacquero ai frati che le descrissero come “ridicole”.

Nel 1762 furono rifatte per l’ennesima volta dal pittore lucchese Giovanni Pierotti che dipinse ad olio delle pietre di lavagna, che furono sostituite solo nel 1941, come vedremo in seguito.

Un aiuto inaspettato, che aggiunge conoscenze a questa ricerca, è arrivato da un piccolo quadro a matita consegnatoci dai fratelli Enrico e Mario Marchi, eredi del grande archivio della Famiglia Pellegrini del Borgo. L’autore del quadro è Angelo Mario Crepet (1895-1973), che era solito frequentare casa Pellegrini e fu insegnante all’Istituto di Belle Arti di Lucca dal 1914 al 1955. Tra i suoi allievi ci fu anche Quintilio Cerù di Oneta, pittore e scultore che ha trascorso i suoi ultimi anni di vita nel Centro Accoglienza Anziani, di cui è stato un generoso benefattore. Il quadro del Crepet ci mostra la facciata del convento e testimonia come tre delle “cappelline” della “Via Crucis” fossero poste sulla facciata della foresteria e non sotto il porticato di ingresso, come attualmente dopo il rifacimento del 1941. Nel disegno una delle tre cappelline, quella centrale, è in luogo dell’attuale porta di ingresso della foresteria che non è indicata. La cosa ci conferma come le due attuali pitture esistenti sulla facciata della foresteria (l’ “Ecce Homo” e la “Vergine addolorata”) siano state fatte attorno al 1941, quando le immagini della “Via Crucis” sono state spostate sotto il porticato, recuperando così due cornici di pietra per contornare le nuove immagini. Non si conosce la data in cui il Crepet ha dipinto il quadro, né la data di apertura della porta sulla facciata della foresteria, che comunque risulta già presente in fotografie eseguite attorno al 1920.

A proposito della “Via Crucis” e dell’attenzione che i francescani riservavano a questa manifestazione di fede e di pietà cristiana, non si può tacere il nome del Santo francescano Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), definito proprio “l’apostolo della Via Crucis”. Egli, come ci ricorda Padre Giovannetti, predicò a Lucca negli anni 1730, 1743, 1744, 1746 e 1751, ma già nel 1715, proprio a Lucca, aveva curato la stampa di una pubblicazione dal titolo “Delucidazione delle indulgenze concesse dai Sommi Pontefici a tutte le “Via Crucis” erette dai Frati Minori”; mentre più tardi, nel 1748, simultaneamente a Roma ed a Lucca, pubblicò “Via sacra spianata e illuminata”.

Con questo grande Santo francescano fu in amicizia stretta un frate della nostra terra, Padre Francesco Maria Giudici di Anchiano che, da adolescente, subì il fascino delle predicazioni proprio di S. Leonardo da P.M. e fu spinto a bussare alla porta del convento del Borgo per seguirne il cammino.

Disegno a matita del Prof. A. M. Crepet eseguito nel 1920
Disegno a matita del Prof. A. M. Crepet eseguito nel 1920