Le cantine

Dalle scale situate nella canova si scendeva alla cantina: una stanza sotterranea posta a sinistra della scale che veniva descritta, sempre dal Brandeglio, piccola e fresca, contenente alcune botti di mediocre grossezza. Vi era una finestrella verso l’esterno, che si affacciava sull’ortino dei fiori di cui si parlerà nel capitolo seguente, che rimaneva chiusa nell’estate e durante il giorno e aperta la notte in modo che il vino si manteneva sempre fresco; una finestrella si apre anche sul chiostro. Da questa cantina passa, quasi sicuramente, anche un canale di scarico del troppo pieno della cisterna posta al centro del chiostro, che va a finire nel canale della “gora dei frati” o “dei mulini”. La cantina fu ampliata nel 1722, con l’apertura di una nuova stanza a destra delle scale, e la terra portata fuori nel lavoro di escavazione servì per alzare il livello dell’orto.

Nel settembre del 1907 venne realizzata una botola sopra il tino, posto nella cantina più antica, ancora visibile nel cosiddetto “salottino” che si affaccia sul chiostro; la botola era assai utile perché evitava di scendere le scale di cantina con le bigonge dell’uva sulle spalle.

Di recente nella seconda cantina si è fatta una manutenzione straordinaria sia alla pavimentazione che alle “sovici”, per meglio utilizzarla come deposito di attrezzi e materiali. La cantina più antica, con il tino e le vecchie botti, è stata mantenuta con l’aspetto originario.