I desinari

Il “mangiar bene” delle feste era una cosa a cui si era molto attenti in tempi di miseria e privazioni ed anche il nostro frate, nelle Memorie, è spesso attento a come vanno i desinari e i suoi giudizi sono spesso trancianti.

L’8 dicembre 1904 ricorrono i 50 anni della “definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione” e la festa è fatta al convento in modo straordinario. I canti piacciono moltissimo; tutti rimangono contenti, anche per il desinare e nessun incidente turba la festa.

L’8 maggio 1905 c’è la visita del Padre Provinciale, che arriva con il treno delle 17,15. Si ricevve in Chiesa con tutte le cerimonie volute dal Rituale dell’Ordine. Dura fino al giorno 11. Al refettorio ai frati viene passato un piatto reale, un bicchiere di vino ed il caffè; la sera il piatto reale ed il bicchiere di vino.

Per la festa del Perdono del 2 agosto 1905 il desinare ha avuto di più il salame perché v’erano i fichi, e l’arrosto con l’insalata e la torta tradizionale. Al pranzo c’erano il prete Biagiotti, il rettore della Rocca e quello di Anchiano.

Il 10 settembre 1905 è la festa della Madonna di Pompei. La messa l’hanno cantata 4 ciechi di Roma che hanno fatto bene. All’offertorio e alla elevazione hanno suonato col violino sinfonie adatte. La gente era numerosa. Ai ciechi dopo la messa si è dato un rinfresco di vermout (che per sbaglio era marsala) con dolcini. Il desinare è stato cresciuto dal Padre Onorato di crostini e arrosto di polli.

Alla Festa di San Francesco, dello stesso anno, si esegue la Messa di Padre Damiano da Rocca di San Casciano che piace anche al M° Giacomo Cristofanini, di non tanto facile contentatura… All’organo sedeva il bimbo Alfredo Lombardi che accompagna a meraviglia. Al desinare gli invitati erano 17.

Il giorno dell’Epifania 1906 lo passa ad Anchiano dove arriva la sera prima. Si alza alle 7, alle 8 dice Messa, confessa fino alle 10 e… il desinare è a modino.

Il 28 febbraio 1906 è l’ultimo giorno di carnevale. A cena al convento vengono invitati il M° Cristofanini e il farmacista (il dottor Luigi Amaducci) per i tanti servigi che rendono.

Per la festa di S. Giuseppe del 1906 è a Convalle, dove è arrivato la sera prima. Al mattino già alle sei è in confessorio, dove sta fino alle dieci, alle 11 celebra la Messa e, finalmente, un desinare discreto e ben fatto. Alle 14 una processione fino quasi alle falde del Lucese. Ma quando si fatica con pace, la fatica non si sente; e se si è mangiato bene si cammina e si prega meglio.

Il 13 giugno 1906 festa di S. Antonio, con Messa in musica alle ore 10. Al desinare vi furono anche i dottori, ma fu un desinare di 2° classe; cioè solamente col salame e arrosto di polli di più.

Anche per la festa di S. Bonaventura, il 14 luglio, il desinare non fu di sfoggio; c’erano anche il Palagi Francesco e il Rettore di Anchiano.

Se i pranzi del convento di quell’estate erano stati scarsi e criticabili anche il pranzo per la festa di San Iacopo in Propositura non fu da meglio e Padre Pacifico scrive: ieri festa di S. Iacopo fui a pranzo dal Proposto di S. Iacopo. Fu un pranzo terribile e pure il caldo.

A Ferragosto si trova in Brancoleria e deve fare diversi viaggi a S. Lorenzo per assistere una ammalata; pensa di essersi rovinato la salute, attesa la salita e il caldo cocente, e la mia pesezza ed età avanzata. Però Iddio lo aiuta e la conclusione è questa: per grazia del Signore mi sento benissimo, sicuro di poter mangiare con appetito i fichi col prosciutto.

L’8 dicembre 1906 è la festa dell’Immacolata e, il desinare, perché sabato è stato rimesso a domani domenica.

Anche l’anno dopo la festa dell’Immacolata viene fatta molto liscia, cioè senza musica e punta paratura; e padre Pacifico, che non è più il guardiano, si meraviglia assai che al pranzo manchi la crema e scrive con una punta polemica: e perché al mondo non v’è più una gallina che facesse le uova, al desinare mancò la crema, supplita con dolci secchi presi dalla Basettona (la bottega di Beppe e Iacopa Micheli).

Il 14 marzo 1908 viene ordinato sacerdote a Lucca, dal Cardinale Arcivescovo Lorenzelli, il chierico Padre Pietro Presutti, originario degli Abruzzi. Il giorno 25 canta messa nella chiesa del convento e si fa una bella festa. Anche il desinare – scrive padre Pacifico – è stato come voleva la circostanza e hanno pensato alla spesa i parenti del novello sacerdote con un vaglia telegrafico.

Per la festa di S. Antonio del 1908 nessun invito al pranzo e al refettorio… nulla.

2 agosto 1909, festa del Perdono: il desinare è stato alla meglio, indegno per persone invitate e affaticate dagli impegni della festa.