Danni di guerra
Tra i danni di guerra nelle Cronache si trovano elencati: 1) Scoppio di una granata sulla facciata della chiesa con relativa rottura del tetto della loggia e libreria annessa, con sfondamento del soffitto della loggia per mq. 10 -2) Scoppio di altre granate sul tetto a nord del convento con la completa rottura dei luoghi comuni di mq. 10 -3) Scoppio di altre granate sul tetto delle capanne sotto il bosco per mq. 10 -4) Altro scoppio nel muro di cinta dell’orto per mq 2 -5) Altro scoppio nell’orto vicino al muro del convento con rotture di alcune finestre e un finestrone - 6) rottura completa di 180 vetri.
Non vi furono disgrazie di persone, dicono ancora le Cronache, perché i frati erano sfollati: p. Agostino Pardini a Lucca e il redattore delle Cronache, p. Cecconi, a Tereglio. Era rimasto p. Samuele Domenici, perché infermo, nel letto della foresteria e perché il Proposto di S. Iacopo, mons. Alberto Santucci, ottenne dal comando tedesco che fosse riconosciuto come suo coadiutore. “Di qui – aggiungono le Cronache – passava la Linea Gotica, seminatrice di spaventi e di morte”.
Una curiosità: nel muro del convento, nel tratto che delimita il bosco di lecci e querce e che guarda verso Diecimo, si vedono ancora le feritoie delle mitragliatrici che sorvegliavano il muro anticarro costruito attraverso il fiume Serchio all’altezza di Anchiano.