Il dormitorio

Al primo piano del convento si trovava il dormitorio, dove, più che al piano terreno, sono verificabili le caratteristiche dei luoghi Osservantini, derivanti dalle regole di povertà seguite dai francescani.

Lunghi corridoi si snodavano da un lato all’altro del convento, affiancati dalle piccole celle dei frati e dalle logge che si affacciavano sul chiostro. L’ambiente era caratterizzato da severa semplicità. Le celle erano di piccole dimensioni, secondo criteri di economia di spazio e di solarità, le porte erano prive di cornici e sopra le porte delle celle non c’erano pitture. Verso il chiostro si aprivano le logge, simili a quella che è lungo il lato della chiesa, semplici, senza arcate; arricchite solo da capitelli che riprendevano, in modo semplificato, il modello di quelli del chiostro. Attualmente la loggia lungo il lato della chiesa è l’unica ancora leggibile, mentre quelle appartenenti agli altri tre lati sono state chiuse in tempi diversi e successivi. La loggia lungo la chiesa è stata chiusa con infissi di ferro e vetro attorno al 1990 per rendere possibile il soggiorno degli anziani in quel corridoio; nell’occasione fu chiusa sempre nel medesimo modo la terrazza sul davanti del convento, sopra il portico della chiesa; i lavori furono eseguiti dalla Ditta Branda Michele e i vetri furono donati dall’Italvetro di Anchiano.

Non è possibile determinare con precisione l’epoca della chiusura delle logge sud ed ovest, perché l’argomento non viene mai trattato direttamente nei documenti. Per quanto riguarda la loggia sud la Toti Salvetti ipotizza che fosse già chiusa nel 1650, anno delle cronache di Frate Domenico Sigismondi, guardiano del convento in quell’anno. Egli ci informa che ”l’appartamento superiore” era composto da venti stanze adibite a celle, da altre sei usate come foresterie e “per i frati infermi” ed infine una stanza detta “della comunità”. Da questo corridoio del dormitorio, salendo alcuni gradini, si accedeva direttamente alla loggia grande del primo piano, da cui si arrivava alla biblioteca. Questo passaggio fu poi chiuso per aprirne uno sulla loggia che costeggia la chiesa, dove di recente è stata montata una rampa per disabili che ha permesso l’utilizzo, come soggiorno per gli anziani, della grande terrazza ed della biblioteca. La rampa è stata realizzata dalla Deda Tecnica di Borgo a Mozzano e dalla Santini Legnami di Piegaio.

Per quanto riguarda la loggia ovest, l’Architetto Toti Salvetti, pensa che la chiusura sia avvenuta durante i lavori che il Padre Alessandro della Cune fece fare al convento durante gli anni 1703 e 1704, che sembra siano stati di grandi dimensioni. Nell’occasione infatti fu ristrutturato anche il dormitorio del piano primo dove furono ricavate sei nuove stanze, probabilmente proprio quelle che andarono a chiudere la loggia ovest.

La chiusura della loggia nord è invece piuttosto recente e risale agli anni 1961-62 quando fu necessario ricavare nuovi spazi per le aule della Scuola Media che, finalmente, dal dicembre 1959, era stata istituita anche a Borgo a Mozzano; fino a quel momento i ragazzi del Borgo erano costretti a frequentare la scuola media, non ancora obbligatoria, a Lucca o a Bagni di Lucca.

Le fatiche di Padre Alessandro della Cune si indirizzarono però principalmente a continuare i lavori per il rialzamento dell’ala nord iniziati da Padre Francesco di Casabasciana nel 1702 durante il suo guardianato, per ampliare il dormitorio. La nuova costruzione fu fatta con mattoni e nelle Cronache viene messa in evidenza la grande spesa occorsa, non solo per la paga dei manovali, ma anche per i “vetturali” che trasportavano i materiali fino al convento. Il dormitorio fu organizzato come il sottostante, con la loggia verso il chiostro. I primi ambienti che lo componevano furono fatti costruire da Francesco di Casabasciana e consistevano in due stanze usate come magazzini, alle quali fu aggiunta da Padre Alessandro la “stanza della Comunità”.

Nel 1738, ci informano ancora le Cronache, furono rifatti i tetti dei dormitori del “convento vecchio”, cioè dei due lati non rialzati, verso ovest e verso sud e, nell’anno successivo (1739) fu fatta l’incannicciata, tuttora esistente, nei corridoi di questi dormitori. Era guardiano un certo Padre Basilio.