L’“humile” campanile

Adiacente al coro, sorge il campanile, “humile”, come lo aveva richiesto il Papa Clemente VII nella sua Bolla, perché così confacente all’Ordine. Fu costruito, dice il Brandeglio, nel 1552, “come si vede nel millesimo inciso sulla pietra sopra la finestra che dà lume per entrare in coro” (tuttora ben visibile) quando era guardiano il Padre Raffaello da Controne. Ancora il Brandeglio, come ci riferisce la Toti Salvetti, informa che il campanile fu danneggiato da un fulmine, in epoca precedente al suo guardianato e fu quindi abbassato, come si vede bene guardando la muratura della costruzione. Lo stesso cronista dice che ci sono due campane”di mediocre grossezza, che suonano bene e nella maggiore vi è adattato il suo Horologio che suona (francese), cioè reduplicamente e bene”. La campana più piccola risulta rifatta una prima volta nel 1680 ed una seconda nel 1725 sempre nella Fonderia Berti di Lucca. In quell’anno ne fu acquistato una, di libbre 90, per convocare gli uffici divini. Nel registro di cassa del convento, all’ottobre 1885, c’è riportata una spesa di £. 152,00 per “fonditura campana mezzana da Lorenzo Lera di Lammari compreso il mozzo”.

Il campanile della chiesa
Il campanile della chiesa

Dalle Memorie di Padre Pacifico Bigongiari, pubblicate in questo libro, si apprende che nell’occasione della festa della Madonna di Pompei del 10 settembre 1905 fu inaugurata una nuova campana, quella grossa, intitolata al SS. Crocifisso e all’Immacolata Concezione, fatta fondere presso la Ditta Magni da Padre Onorato “con le elemosine trovate da pii benefattori”.

Per non lasciare nulla di intentato nello scrivere questo libro, in una bella giornata di sole, sono salito in cima al campanile e, con una scala, ho controllato le scritte sul bronzo delle quattro campane, per riportarne i dati in questo libro. Tre delle campane sono sistemate in successione, tra le travi di legno, dalla più piccola alla più grande; mentre una, ancora più piccola, staccata dalle altre, si trova vicino al finestrone che guarda l’abitato del Borgo. La più grande è dedicata a Dio, a Pio X Pontefice Massimo ed all’Immacolata Concezione; porta anche una dedica a S. Matteo Apostolo ed Evangelista, vari simboli e c’ è riportato il nome della fonderia, che è quella di Raffaello Magni e Figli di Lucca, insieme all’anno: 1905. La seconda è quella di cui parla Padre Pacifico Bigongiari, dedicata a Dio e alla Vergine di Pompei, che fecero dei benefattori (Benefac. Fecerunt), com’è scritto nel bronzo. C’è un dedica a S. Francesco dei poveri (Divo Francisco Pauperum); la fonderia, come la precedente è quella di “Raffaello Magni e figli Premiati Fonditori in Lucca” e la data riportata è quella del Maggio dell’Anno del Signore 1904 (Maji Anni Domini MCMIV). La terza campana porta scritto: “Patriarcha Pauperum Salve”, il nome della fonderia “Terzo Rafanelli e Emilio Fonditori in Pistoia” e la data di fusione, che è il 1871. La quarta, che è la più piccola, porta scritto: ”Nomen Datum Et Ortus Ab Epifhana 1830”.

Nella difficile rampicata tra le travi mi aiutava Mauro Simoni, dipendente della Misericordia, infaticabile addetto alle manutenzioni del Centro Anziani.