La fondazione
Il terreno su cui costruire il convento, come dicono le Cronache, fu comprato in parte dall’Ordine con le elemosine procurate dai Frati ed in parte fu donato da benefattori; in particolare da un tale Bernardo di Antonio Leopardi da Diecimo, che abitava al Borgo:
“parte fu comprato dal sindico apostolico, colle limosine procurate da’frati e parte donate dai benefattori, e specialmente da un Bernardo d’Antonio Leopardi da Decimo abitante nel Borgo”.
Il “sindaco apostolico” era un laico di fiducia dei frati a cui gli stessi, non potendo tenere denaro, affidavano l’economia dei conventi e l’amministrazione dei beni.Avviata la costruzione del convento, “fu così ardente la brama tra i popoli di vederla terminata, che facendo a gara le persone a portare i materiali, con l’industria de’ Padri Osservanti, con limosine di molti, in pochi anni fu dichiarato convento”, capace cioè di essere abitato dai religiosi.
Nei primi anni dalla sua fondazione la struttura fu abitata da pochi frati, “ma sempre andò crescendo il numero particolarmente sotto la Riforma, al tempo de’ quali fu destinato a luogo di Noviziato, poi di studio di Teologia, e finalmente di Filosofia”.
La prima ed importante fonte circa il convento del “Borgo di Lucca” si ha dal Frate Dionisio Pulinari, storiografo fiorentino, che ne indicò la fondazione, appunto, nell’anno 1523 e lo disse 47° luogo della Provincia Toscana Osservante. In precedenza, sempre secondo il Pulinari, la Provincia dell’Osservanza aveva avuto sul luogo un ospizio, sia per le necessità del convento di Lucca, sia per ritrovare, nelle vicine terme di Bagni di Lucca, “un rimedio a qualche male”, ma anche per servirsene da tappa intermedia per i conventi di Barga e di Castelnuovo Garfagnana. Per la costruzione del convento del Borgo ci fu l’offerta di terreno, l’accettazione da parte dei Superiori, e l’autorizzazione del Papa, con il Breve del 1 febbraio 1523 già richiamato.
A causa delle divisioni della Provincia Osservante Toscana – prima dei Fiorentini dal resto della Toscana (nell’anno 1523) ed in un secondo tempo dei Senesi dai Lucchesi (nell’anno 1526) – la costruzione del nuovo insediamento subì ritardi. Costituitasi la Provincia Osservante di Lucca ed eletto Ministro fra Francesco Priscilla (1526), una commissione dal Borgo di Lucca tornò a chiedere i frati. Il Ministro mandò loro frate Francesco di Lucca con altri confratelli. L’ospizio e la cappella in cui abitavano i frati, in quel del Borgo, era detto del Crocifisso. Nell’ospizio si cominciò ad organizzare un’ufficiatura mentre i più validi si recavano a portare avanti i muri del futuro convento. Quando i frati lasciarono l’ospizio si riservarono il diritto di recarvisi a celebrare la Messa senza riserva alcuna. Il luogo – dove si costruì il convento, informa ancora il Pulinari – fu donato da più persone ed in parte fu acquistato per mezzo di elemosine; come pure la costruzione per la maggior parte avvenne ad opera dei frati; di un fra’ Alessandro da Camaiore, in particolare, che sudò a cuocere i mattoni e tegole alla fornace, e nel muoversi a questuante. La chiesa fu consacrata dal Vescovo di Lucca Mons. Alessandro Guidiccioni, il 18 ottobre 1568. Era guardiano fra Cornelio da Lucca. Il luogo era stato costruito per 13 frati. Sulle cappelle (altari) della chiesa (compresa la maggiore) aveva il padronato la gente del luogo, evidentemente per iniziative prese o per contributi offerti.
Lo storiografo fiorentino ci fa sapere che la vita della “Provincetta” Lucchese, fu breve perché, nel 1531, i Lucchesi si riunirono ai Fiorentini.
L’Amonaci, nel suo libro, aggiunge che i frati Osservanti, arrivati al Borgo nel 1514, abitarono presso un oratorio dedicato al Crocifisso, in una casa donata loro da un Bernardino Mariani, per poi risiedere nei locali contigui allo stesso oratorio, che la Compagnia del Crocifisso aveva costruito un sessantennio prima. Anche l’Amonaci cita il Pulinari: “un frate Alessandro da Camaiore ci sudò assai col fare i mattoni e tegoli e cose per cuocere la fornace da per sé, e fra Giusto da Camaiore vi durò gran fatica con l’andare accattando in tutti i modi per finirlo”.
Anche il francescano Francesco (Annibale) Gonzaga affronta il problema della fondazione del convento di Borgo a Mozzano che per lui è registrato al n. 48 della Provincia. Secondo questo autore i Frati di Lucca, conservatisi per se stessi i conventi che circoscrivevano il territorio lucchese rispetto agli altri del territorio toscano, allo scopo di avere una loro particolare Provincia, dedicarono questo convento al beatissimo padre Francesco; lo ottennero con un Breve dal Pontefice Clemente VII del 1523, anno primo del suo pontificato. I frati presero il luogo da edificare “nel territorio detto del Borgo di Lucca” per pie elemosine nel 1523, ma non fu costruito prima del 1526.
Anche il Gonzaga conferma che i frati faticarono assai “nel cuocere i laterizi e nel tagliare e conciare le pietre” e conferma il mantenimento del diritto di celebrare Messe al Crocifisso.
Il francescano e storico irlandese Luca Wadding ricorda il convento del Borgo in una breve notizia del 1526: “i frati della Provincia di Lucca che contavano pochi conventi, in quest’anno (1526) cominciarono ad abitare nel convento del Borgo di Lucca, da loro stessi iniziato un triennio prima, avendo il domicilio in un ospizio del SS. Crocifisso. A loro industria, raccolte elemosine da ogni parte, portarono a compimento il lavoro”.
Sempre il Wadding dice che il convento è molto grande e la chiesa proporzionata al complesso.
Padre Ottaviano Giovannetti, in una nota inviata di recente, aggiunge qualche particolare inedito sui tempi della fondazione, scrive infatti:
“I Frati dell’Osservanza da tempo indeterminato avevano un ospizio a Borgo a Mozzano. Serviva per andare ai conventi della Garfagnana, di Barga e di Castelnuovo. La Comunità del Borgo chiese di avere un convento ed offrì il terreno per costruirlo. Il 1° febbraio 1523 giunse il Breve di autorizzazione da parte di Papa Clemente VII. Il luogo fu preso al Capitolo Provinciale del 1523 a S. Salvatore a Monte di Firenze. L’autorizzazione perse valore, perché nell’anno i frati Lucchesi si unirono ai Senesi. La fabbrica del convento fu possibile nel 1526, anno in cui i frati lucchesi lasciarono i senesi per fare Provincia religiosa a sé. Si elessero un Provinciale in Padre Francesco Piscilla di Lucca. Gli uomini del Comune del Borgo chiesero di nuovo i frati. Il p. Francesco Piscilla li inviò loro con a guardiano, Padre Francesco da Lucca. Questi iniziarono la fabbrica del convento, abitando nell’ospizio del Crocifisso, affidato a loro dalla Comunità del Borgo già da tempo”.
Anche i Frati Camillo Bensi e Lorenzo Lazzeri, che ho avuto modo di conoscere personalmente, in una loro pubblicazione dal titolo “I 51 conventi dei Frati Minori in Toscana” edito a Firenze nel 1985 per i tipi della Tipografia Cattolica Fiorentina, affermano che i Frati Minori si recarono al Borgo nel 1514 ed ottennero la chiesa del SS. Crocifisso con l’ospizio annesso, già appartenenti ai Servi di Maria; che nel mese di giugno del 1523 fu messa la prima pietra e nel 1526 fu terminata la costruzione.
Della fondazione del convento, tratta anche il “Libro delle cose più notabili” di Padre Antonio da Brandeglio già richiamato. Vi si legge che alla fondazione del convento “concorsero di buona voglia tutte le Vicarie circonvicine e ancora vi è tanto numero di uomini e donne a portare calce, pietre, legni e materiali per la gran devozione e desiderio che avevano… che tanto donne che uomini dal colle al fiume Serchio porgendosi a fare sassi facevano a gara con più cordate”.
Anche il Brandeglio afferma che la conoscenza e l’ammirazione per i francescani trovano giustificazione nelle predicazioni del Beato Ercolano, del Beato Bernardino da Feltre e di San Bernardino da Siena, aggiungendo che quest’ultimo, durante la predicazione al Borgo, “dimorò in casa Giannotti o Vannini”. Sul passaggio di San Bernardino dal Borgo si sofferma anche l’Amaducci, nella sua introduzione alla Monografia della Toti Salvetti, già citata. Egli afferma che San Bernardino fu a Lucca nel 1424 e che, nello stesso anno fu anche a Borgo a Mozzano, ma fa notare che il Padre Antonio da Brandeglio colloca la predicazione lucchese al 1428. Afferma anche che un collegamento visibile del passaggio del Santo è il nome di Cristo (IHS) che, inciso nella pietra o nel marmo, sbalzato in ferro o semplicemente dipinto, sovrasta le porte delle abitazioni di tante case del Borgo e dei paesi del circondario. Le incisioni più antiche, quelle del secolo XV o XVI, sono imitazioni della nota Tavoletta, che il Santo nelle principali raffigurazioni tiene in mano, formate da lettere gotiche con la simbolica raggera intorno; le più moderne sono, invece, in lettere latine, a somiglianza dell’emblema della Compagnia di Gesù. Nella Chiesa di San Iacopo di Borgo a Mozzano San Bernardino ha una bellissima statua in legno, che regge proprio il monogramma (Iesus Hominum Salvator) circondato da una bellissima raggiera (vedi foto a pag. 225). Questa statua è attribuita da alcuni al Civitali, anche se altri l’attribuiscono al senese Lorenzo Di Pietro detto il Vecchietta (sec. XV). Per quanto riguarda l’anno della predicazione a Lucca di San Bernardino il Padre Dionisio Pacetti, che ha curato negli anni attorno al 1950 l’ “Opera Omnia” del Santo Senese, la certifica all’autunno del 1424. Una copia della suddetta “Opera”, composta di diversi tomi, si trova nella biblioteca del convento del Borgo, proprio con dedica del Padre Dionisio Pacetti, ma di questo si parla in un apposito capitolo di questa pubblicazione.
L’Amonaci, nel suo libro, sostiene la tesi che, volendosi costituire, nel 1526 la terza Provincia Toscana, quella Lucchese, che aveva solo tre conventi (Barga, Pietrasanta e Fivizzano) si accelerò la realizzazione di quello del Borgo come, necessario, quarto convento.
Altre conferme delle predicazioni a Borgo a Mozzano di S. Bernardino da Siena (al secolo Bernardino degli Albizzeschi - Massa Marittima 8 settembre 1380 - L’Aquila 20 maggio 1444)
Un’altra “certificazione” sul passaggio di San Bernardino nella terra del Borgo ci arriva da una pubblicazione, di cui sono venuto in possesso nel 2015. Si tratta di un testo di L. Dinelli, dal titolo “S. Bernardino da Siena e il suo tempo”, pubblicato a Lucca dalla “Tipografia, Libreria e Cart. Baroni” nel 1910. L’autore alle pagine 52 e 53 scrive espressamente: “Del resto in molti paesi e della Versilia e della Valle del Serchio è tradizione continua e comprovata dal culto, che in questi luoghi il Santo vi ebbe fin dal secolo XV, che esso Albizzeschi vi abbia predicato, specie al Borgo a Mozzano, per dove passar dovea venendo o recandosi nella Lombardia, come dovea pure toccare la Versilia venendo da Genova per recarsi a Roma”. Nelle note il Dinelli aggiunge una ulteriore specificazione: “Nei libri di memorie esistenti negli Archivi delle due parrocchie del Borgo a Mozzano si trova ricordato che il Santo più volte vi abbia predicato, sia nella Chiesa di S. Rocco, allora semplice Oratorio, sia nella Chiesa di S. Iacopo. Anzi il popolo ammirato verso l’Ordine dell’ Osservanza per tali predicazioni, fece supplica al Papa per l’erezione di un Convento in Borgo, e l’ottenne con Bolla 1 febbraio 1523”.