L’aula capitolare

L’aula capitolare si trova accanto alla sacrestia, quasi isolata da altri ambienti del convento, data la sua specifica funzione. Comunicava direttamente dal chiostro ed era destinata alle assemblee dei “capitoli”, riunioni che i frati tenevano periodicamente. Questo ambiente doveva essere particolarmente curato dal punto di vista estetico, come dimostrano i vivaci colori delle pareti che, nel restauro compiuto dalla Misericordia nei primi anni ’80, sono stati ripresi. L’aula era coperta con volta reale a unghie, come tutti gli ambienti più importanti del piano terra ed era illuminata da un’ampia finestra rivolta verso il retro del convento. Era presente anche un camino di modeste fattezze, eliminato, a metà degli anni ’80, quando l’intonaco della stanza fu rifatto con un contributo dell’allora Comunità Montana della Media Valle del Serchio, sotto la direzione di un architetto di quell’Ente.

Dal Brandeglio, come ci riferisce la Toti Salvetti, sappiamo che già al 1665 questa stanza non veniva più utilizzata per gli scopi originari di aula capitolare, per l’abitudine di celebrare il capitolo nel refettorio, sala più ampia e anche più “solenne”. La stanza fu allora adibita ad uso di magazzino ed anche per tenervi i “ferri” delle Compagnie di S. Iacopo e Cerreto, con appositi supporti agganciati alle pareti ed al centro del soffitto (tuttora visibili). Probabilmente il locale veniva usato anche come falegnameria. Lo stesso Brandeglio, che del convento fu guardiano, considerava inadeguata la nuova utilizzazione e sollecitava l’uso della stanza come foresteria. Solamente molti anni più tardi fu seguito il suo consiglio; sappiamo infatti che nell’anno 1724 l’aula capitolare fu utilizzata come foresteria, mentre la stanza del “legnaiolo” fu portata all’esterno, probabilmente in un locale a nord, nel giardino di ponente, vicino al lavatoio.

Oggi l’aula capitolare anche per la sua vicinanza alla cucina viene utilizzata come sala da pranzo o di riunione.